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Ritorna il sole sul risparmio degli italiani/2
 OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

Quali sono le aspettative di rendimento delle principali classi di investimento per l'anno appena iniziato? Qual è la composizione ottimale di un portafoglio? Quale rendimento è ragionevole attendersi da un paniere ben diversificato di attività finanziarie? Le risposte degli specialisti spesso sono discordi. Tuttavia ci sono alcuni punti fermi che raccolgono la maggioranza delle opinioni degli operatori qualificati

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Mai come in questo scorcio d'anno la situazione dell'economia mondiale è stata densa di incognite. Diversificare l'investimento per attivi (azioni, obbligazioni, liquidità, beni rifugio), scadenze, valute e aree geografiche rappresenta più che mai la migliore ricetta per ridurre il rischio e, simmetricamente, sarò fondamentale, per aumentare la probabilità di una performance positiva.

OF prova dunque a rispondere alle classiche domande che tutti gli investitori si pongono. I pareri degli specialisti spesso sono divisi, tuttavia ci sono anche alcuni punti fermi e alcune vedute di "consenso" che raccolgono la maggioranza delle opinioni degli operatori qualificati.
Ecco le prospettive che nel 2012 avranno le principali attività finanziarie, secondo gli operatori internazionali.

Liquidità (aumentare)
Il denaro impiegato negli strumenti "a vista", conti di deposito online vincolati e non, pronti contro termine, Buoni ordinari del Tesoro a 3,6 12 mesi, fondi di liquidità, ETF di liquidità , non rappresenta un vero e proprio investimento ma un modo per parcheggiare il denaro contante a scopo precauzionale oppure in attesa di occasioni di investimento interessanti. L'esplodere della crisi dell'euro (e non solo) ha di fatto trasformato questo parcheggio in una vera e propria scelta di investimento.

E questo per un doppio ordine di motivi. Da un lato gli strumenti di liquidità rappresentano un modo molto sicuro per investire il capitale, che può essere smobilizzato in modo molto veloce e senza perdite. Dall'altro i rendimenti degli strumenti di liquidità sono diventati estremamente attraenti e in molti casi coprono largamente il tasso di inflazione, attualmente al 3,3% e previsto in discesa (sotto il 2%) nel 2012.

I conti di deposito online fanno la parte del leone. Da un lato la riduzione dell'aliquota del prelievo sugli interessi, passata dal 27 al 20% aumenta il netto che viene percepito dal risparmiatore. Dall'altro la gara tra le banche online a offrire rendimenti elevati ha portato i tassi di interesse lordi in prossimità della soglia del 4,5%, che corrispondono ad un netto di oltre il 3 e mezzo .

Naturalmente occorre cercare caso per caso tra le numerose offerte e valutare la durata dei vincoli per il sottoscrittore. I Bot a 6 mesi, che erano arrivati a offrire un interesse lordo del 6,5% nell'asta di novembre, nell'ultima asta di gennaio hanno segnato un arretramento all'1,96%, che rappresenta comunque un valore ancora interessante. Scende sotto il 3% (2,73%) anche il rendimento dei Bot a 12 mesi, rispetto al 5,95% di dicembre.

Titoli di Stato italiani (mantenere stabile)
Nonostante lo spread fra i titoli di stato italiani e i Bund tedeschi a dieci anni a fine gennaio sia ritornato verso i 400 punti base (1 punto percentuale = 100 punti base), l'investimento nelle emissioni pubbliche italiane continua ad essere molto remunerativo per i nuovi sottoscrittori . Chi ha già in portafoglio i Btp della Repubblica italiana farà bene a portarli a scadenza naturale, per evitare di incorrere nelle pesanti perdite in conto capitale (si arriva anche al 20% per le scadenze a 15 e 30 anni) che derivano da uno smobilizzo anticipato.

Chi ha denaro "nuovo" da investire potrebbe invece puntare sulle scadenze brevi, ad esempio i Btp a 3 e a 5 anni , che offrono tuttora una cedola superiore al 4%. Scende invece al 3,5% il rendimento dei CTZ di nuova emissione o quelli già emessi. Restano invece interessanti i Btp inflation linked che verranno rimborsati nel periodo 2013-2015. Per queste emissioni un po' dimenticate dal mercato, ma assimilabili alle scadenze più brevi il rendimento può superare il 4%.

Chi è convinto che la situazione italiana migliorerà sensibilmente nel corso dei prossimi mesi, può puntare sulle emissioni "lunghe". Ai prezzi attuali, comprando un Btp a 10 anni, si mette al sicuro una cedola appena inferiore al 6% annuo . E se lo spread dovesse scendere questi titoli registreranno un notevole apprezzamento, con un conseguente guadagno in conto capitale per l'investitore. ----

Azioni Italia (mantenere stabile)
Difficile fare previsioni sull'ampiezza del rimbalzo del listino di Piazza Affari, che nel 2011 ha perso circa il 25% del suo valore. La borsa italiana, infatti, è fortemente condizionata dalla presenza di titoli bancari che ne frenano le possibilità di crescita, viste le difficili condizioni del settore, che dovrà essere ricapitalizzato nei prossimi mesi.

Le banche italiane, tuttavia, a gennaio hanno realizzato un recupero di circa il 10% e a questo punto molti fondi internazionali stanno ricominciando a comprare. Il successo dell'aumento di capitale di Unicredit rappresenta una ragione di fiducia per chi crede che il rimbalzo sia soltanto agli inizi. Ma gli analisti sottolineano anche che i bilanci delle banche saranno colpiti dall'aumento degli accantonamenti per perdite su crediti dovuto alla recessione. In altri termini, la cautela è d'obbligo.

Tra le società italiane più amate dagli investitori esteri e dai fondi di investimento di casa nostra ricordiamo Campari, Tod's, Fiat e Fiat Industrial e soprattutto Eni , anche per il suo alto dividendo. Tra i "top pick" del 2012, le azioni vincenti del nuovo anno, la banca americana Citi cita un solo nome italiano: Saipem.
Azioni Europa (mantenere stabile/aumentare)
Ci sono elementi contrastanti che giocano a favore o contro la ripresa dell'azionario europeo. Da un lato la probabile recessione con la conseguente riduzione degli utili societari spingono per un ulteriore peggioramento degli indici, mediamente sotto del 20% rispetto a inizio 2011. D

all'altro molte case d'analisi concordano sul fatto che le quotazioni delle società europee siano eccessivamente massacrate a causa della crisi di fiducia nell'euro, una vicenda che in verità ha poco a che fare con i fondamentali delle aziende. E' possibile che la risultante fra queste due forze opposte, un peggioramento della congiuntura economica e un miglioramento della fiducia nelle prospettive dell'euro producano un effetto statico. Nessuna variazione di rilievo. La pensano così, per esempio, gli analisti del Credit Suisse , che prevedono per fine 2012 un valore dell'indice Stoxx 600 delle grandi capitalizzazioni europee invariato rispetto ad oggi, a quota 250.

Non credono invece alla stagnazione dei listini gli analisti dell'americana Citi , che scommettono sulle borse dei paesi GUNS (Germania, United Kingdom, Netherlands, Switzerland e Scandies, ovvero Svezia e Norvegia) nuovo acronimo che dovrebbe aiutare le scelte degli investitori dopo le delusioni del Bric (Brasile, Russia, India e Cina) e i rischi dei Piigs (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna). I tonici protagonisti del gruppo GUNS hanno economie solide e poco indebitate, che dovrebbero risultare in crescita anche nel difficile 2012.

Azioni Usa (aumentare)
Sono poche le voci che dissentono da previsioni ragionevolmente ottimistiche sulle prospettive dell'azionario Usa . La crescita modesta, ma non trascurabile del PIL (+2,1% l'aumento atteso nel 2012), l'impatto delle elezioni presidenziali sul mercato azionario (dagli anni Cinquanta in avanti, fatte salve 3 eccezioni, i listini sono sempre saliti nell'anno in cui gli elettori votavano il nuovo Presidente) e il probabile rafforzamento del dollaro nei confronti dell'euro dovrebbero giocare a favore di chi punta sulla borsa di Wall Street.

---- Le prospettive del guadagno di cambio sono piuttosto alte sia secondo Ubs che secondo Goldman Sachs . L'euro, che ha tenuto bene nonostante la crisi ed è scambiato oggi a una parità di 1,32 contro il dollaro (nel 2011 aveva toccato un picco di 1,48) potrebbe scendere a breve termine a 1,15 o 1,20 a seconda degli scenari.

Mercati emergenti (ridurre nel breve termine, aumentare nel lungo)
Per il terzo anno consecutivo non ci sono aspettative di brillanti performance da parte dei listini asiatici, latinoamericani o dell'est europeo). Il rallentamento economico della Cina, le cui aspettative di crescita per il 2012 sono scese a un + 8% (!) rispetto al +10% degli ultimi anni, spingono gli economisti a parlare di "soft landing", atterraggio morbido per l'economia del gigante asiatico. E uno scenario analogo dovrebbe colpire le principali aree emergenti del mondo, compresa l'America Latina e il Brasile.

Gli strategist di East Capital, una società svedese specializzata negli investimenti sulle borse dei paesi dell'Est europeo sottolineano tuttavia che "nei prossimi cinque anni le economie emergenti prevedibilmente cresceranno con una rapidità di oltre il triplo rispetto alle economie sviluppate, in presenza di un debito inferiore di tre volte". Tradotto in cifre, questo significa che l'aspettativa è quella di un andamento migliore delle borse emergenti rispetto a quelle dei paesi sviluppati. Ma solo nel medio-lungo periodo.

Oro e beni rifugio (aumentare)
Francisco Blanch, a capo dell'area global commodities di Bank of America Merrill Lynch, è convinto che i prezzi del metallo giallo potrebbero lievitare notevolmente nella seconda metà del 2012 , a causa della debolezza della zona euro e della ricerca di porti sicuri per gli investitori. Il consensus delle principali case di investimento internazionali è coerente con questa visione.

Sono "bullish", rialzisti sull'oro gli americani di Black Rock e gli esperti di Goldman Sachs, che per fine 2012 prevedono quotazioni del metallo a 1940 dollari l'oncia, mentre a sei mesi i prezzi potrebbero salire a 1.840 dagli attuali 1.720 circa (+29% a 12 mesi). Il metallo giallo, tuttavia, è molto volatile, basti ricordare che a novembre del 2011 si è passati in pochi giorni da una quotazione di oltre 1.900 dollari l'oncia a una di 1.600.

Puntare sull'oro quindi può essere una scelta corretta, ma soltanto per un ammontare limitato del portafoglio complessivo , diciamo non più del 5%-7% del totale. E soprattutto soltanto attraverso gli ETF che investono in metallo fisico e non nei contratti derivati (futures) sulla commodity.

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