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SOMMARIO

Liquidità come strumento di investimento. Almeno di questi tempi, finché la situazione dei mercati non torna stabile. Parola di Paolo Pellegrini, responsabile servizio prodotti privati di Banca Mps. Che spiega a Of perché puntare sui conti di deposito. E consiglia come costruire un portafoglio anti-crisi. Facendo anche qualche previsione sul futuro

Pellegrini (MPS): “I depositi come alternativa ai Titoli di Stato”

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Investire o restare liquidi? È un bel dilemma, soprattutto in piena crisi finanziaria. I mercati azionari continuano a essere volatili, nonostante agosto sia stato positivo per le borse. E i Titoli di Stato, un tempo considerati sicuri, ora rischiano di non proteggere più nemmeno dal tasso di inflazione. Oltre a non garantire, in caso di uscita prima della scadenza, un ritorno integro del capitale investito. Come fare per far rendere i propri risparmi? E, soprattutto, per mantenerli liberi e pronti in modo da riuscire a cogliere le opportunità di investimento qualora si presenteranno? Paolo Pellegrini, responsabile servizio prodotti privati di Banca Mps propone di dare più spazio ai prodotti di liquidità. Perché in caso di disinvestimento anticipato restituiscono con certezza il capitale. E rendono anche qualcosa di più.

Of: Investire o restare liquidi. Cosa è meglio?
Pellegrini: Io sono convinto che il patrimonio vada investito indipendentemente dalla situazione del mercato. L’unica cosa che deve cambiare non è la propensione o meno all’investimento. Ma l’allocazione delle risorse, cioè come il capitale va investito.

Of: Però i mercati versano in una situazione di profonda incertezza…
Pellegrini: Sì è vero. Ma l’incertezza ha sempre fatto parte del mondo degli investimenti. Quello che è cambiato nell’ultimo anno è che la crisi dei mercati ora è guidata più da logiche politiche che economiche. Ecco perché, in un contesto fatto di emotività e percezioni, questo annus horribilis per il mondo finanziario ha incrementato notevolmente da parte dei risparmiatori retail la percezione del rischio.

Of: Perché ci sono tanti piccoli investitori che hanno perso i loro risparmi…
Pellegrini: In realtà non sempre questa situazione ha influenzato negativamente i mercati tanto, che, da inizio anno, nei principali mercati azionari si registrano rendimenti a doppia cifra. Il fatto è che il titolo di stato ha perso le sue caratteristiche di prodotto privo di rischio, facendo registrare anche delle minusvalenze importanti, evento a cui gli investitori più prudenti non erano abituati né preparati.

Of: La novità è proprio questa: con i titolo di stato oggi si rischia e si può perdere...
Pellegrini: Esatto. Nel momento di uscire dall’investimento è possibile trovarsi con un capitale inferiore rispetto a quello che era stato investito. Ecco perché la soluzione ideale è costruire un portafoglio di investimenti correttamente bilanciato.

Of: In che modo?
Pellegrini: I piccoli risparmiatori retail negli ultimi tempi hanno iniziato a orientarsi verso altri prodotti, più sicuri, che quantomeno puntano a restituire, anche nello scenario peggiore, il capitale investito. Valutano soluzioni diverse, ma noi operatori del settore stiamo notando sempre più la tendenza a acquistare prodotti che offrano una protezione del capitale a scadenza e, a volte, anche durante la vita stessa del prodotto.

---- Of: Quali prodotti, per esempio?
Pellegrini: Ci sono diverse tipologie. Ma quelli che stanno andando per la maggiore sono i conti di deposito. Sono i più semplici, ma anche i più comuni perché ormai tutte le banche ne hanno uno a catalogo. E rispetto ai titoli di stato offrono una doppia garanzia.

Of: Cioè sono più sicuri?
Pellegrini: In un certo senso. Da un lato, infatti, si ha la garanzia dell’emittente, che è la banca. Dall’altro c’è il fondo interbancario di tutela dei depositi. In ogni caso, a differenza dei titoli di stato, si è esposti a una volatilità senza dubbio inferiore con la certezza di rientrare in possesso del capitale investito senza minusvalenze, in qualsiasi momento. Inoltre, il deposito può anche offrire un rendimento maggiore rispetto ai Titoli di Stato.

Of: Lei però ha parlato di diverse tipologie di prodotto…
Pellegrini: Sì, i prodotti di liquidità remunerata sul mercato oggi sono parecchi. Ci sono, per esempio, i PCT, garantiti dal titolo sottostante e non dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, con durate molto brevi e rivolti prevalentemente a una clientela di fascia alta. I rendimenti a 1 o 3 mesi, infatti, diventano più significativi con investimenti più ingenti. E a volte, poi, alcuni prodotti hanno soglie di ingresso, cioè limiti minimi di giacenza, molto alti.

Of: Poi?
Pellegrini: Ci sono i certificati di deposito che sono, invece, un prodotto complementare rispetto ai conti di deposito vincolati. Hanno più o meno le stesse caratteristiche tecniche anche se sono stati spesso messi in seconda priorità. Oggi, però, è cresciuto il numero di istituti di credito che hanno iniziato a puntare sui certificati. E di conseguenza anche le remunerazioni agganciate hanno subito un significativo aumento.

Of: Lei cosa consiglierebbe a un risparmiatore oggi?
Pellegrini: Dipende dal capitale di cui può disporre e da quanto tempo può tenerlo vincolato. Se non è certo di poter mantenere il capitale immobile fino alla scadenza, allora la migliore alternativa è il conto di deposito non vincolato. Perché in genere permette di disinvestire in anticipo le somme, mentre con i CD di norma non si può.

Of: I titoli di stato però permettono lo svincolo anticipato…
Pellegrini: Sì ma il rendimento potrebbe risentirne. E il capitale anche. Mettiamo il caso di acquistare oggi un BTP a 100, e di volerlo vendere tra un anno quando vale 97. È chiaro che il rendimento dell’investimento a fronte degli interessi incassati sarebbe fortemente ridotto (o addirittura portato in negativo) dalla ricezione di minor capitale rispetto a quello investito in origine.

Of: Voi però avete a catalogo un po’ tutti i prodotti di liquidità: conto di deposito, PCT, certificato di deposito…
Pellegrini: È vero, ma stiamo raggiungendo i risultati migliori con il nostro Conto Italiano di Deposito, che sicuramente è il prodotto più richiesto. Lo abbiamo lanciato a dicembre dello scorso anno e quest’estate abbiamo provveduto ad un restyling delle condizioni applicate.

Of: Cos’è cambiato?
Pellegrini: Abbiamo introdotto 4 linee di prodotto per rispondere alle esigenze dei diversi target di clientela. La Linea Crescita si rivolge ai già clienti che apportano nuovi capitali. Gli interessi aumentano con il crescere della durata e arrivano al 2,65%, 3,00%, 3,55%, 4,00%, 4,35%, 4,60% e 4,85% per durate rispettivamente di 6, 12, 18, 24, 36, 48 e 60 mesi. ---- La Linea Benvenuto, riservata ai nuovi clienti, arriva fino al 5,00% per cinque anni, mentre arriva al 3,00% per 6 mesi, al 3,25% sui 12, al 3,90% sui 18, al 4,30% sui 24, al 4,50% sui 36 e al 4,80% sui 48. Il profilo Rendi Più rappresenta la vera novità, perché è destinato alla nostra clientela che cerca un investimento diverso dai titoli. In pratica, si rivolge ai clienti che aderiscono al prodotto conferendo i proventi realizzati a seguito di vendite o per scadenze di titoli di stato nazionali ed esteri, azioni e obbligazioni, a 3 mesi offre un rendimento del 2,20% e a 6 mesi del 2,65%. Infine, il profilo Risparmio, destinato ai già clienti della banca offre rendimenti variabili e definiti anche in funzione della relazione con il cliente, a partire da un minimo di 0,10% per vincoli a 6 mesi, 0,15% a 12, 0,20% sui 18 mesi e 0,25% sui due anni.

Of: E tutti i profili di utilizzo consentono di rientrare in possesso dei capitali investiti?
Pellegrini: Certo. Non sono previste penali e viene mantenuto un rendimento che, ovviamente, non è lo stesso che verrebbe applicato in caso di mantenimento del vincolo fino alla scadenza, ma varia in funzione del periodo scelto per lo svincolo. Il cliente ottiene sempre il capitale investito incrementato da un interesse.

Of: Mi faccia un esempio.
Pellegrini: Prendiamo un deposito a 60 mesi della Linea Benvenuto, quella con rendimenti maggiori in offerta per nuovi clienti. In questo caso la remunerazione attiva prevista per chi rispetta la scadenza è pari al 5,00%, ma scende al 4,50% per chi svincola tra il 49°e il 60° mese, per poi calare progressivamente più ci si avvicina al periodo di sottoscrizione. Così, chi estingue il rapporto entro i primi 6 mesi dall’apertura, ottiene una remunerazione massima dello 0,50%.

Of: Finora i tassi di interesse si sono mantenuti a livelli piuttosto alti. Nei prossimi mesi si potrebbe assistere ad una diminuzione?
Pellegrini: Non credo. Almeno fino alla fine dell’anno. La situazione economica dalla seconda metà di agosto è andata consolidandosi, è vero. Ma nell’ultimo anno l’andamento altalenante dei mercati finanziari che hanno alternato momenti di ripresa a fasi di peggioramento, non lascia ben sperare. Non è detto che si tratti di un consolidamento duraturo. L’incertezza è ancora molto forte. Nulla può essere dato per scontato.

Of: Quindi gli interessi resteranno a questi livelli ancora per un po’…
Pellegrini: Sicuramente subiranno modiche a seconda dell’adeguamento alle condizioni di mercato. Ma almeno fino a fine anno non dovremmo assistere ad una significativa contrazione.

Of: Per fare una stima, quanto renderanno i depositi da qui alla fine del 2012 secondo lei?
Pellegrini: Non credo che scenderanno sotto il 3,5%-4%.

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