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Il 50% dei mutui è illegale? Ecco cosa c’è di vero OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

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Cosa succede se il tasso del finanziamento supera il limite d’usura? Si può annullare. Facendo causa alla banca e facendosi restituire tutti gli interessi versati. Continuando poi a rimborsare, nelle rate future, solo la quota capitale. È quanto ha stabilito la Corte di Cassazione. Aprendo la strada a una corsa sfrenata che ha portato a un incremento delle azioni legali. Ma bisogna fare attenzione: c’è il rischio di una nuova sentenza, opposta alla prima

Il 50% dei mutui è illegale? Ecco cosa c’è di vero

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“Il mio mutuo è illegale”, sbotta F.G., "la mia banca mi deve circa 90.000 euro". "Io sono in credito di 70.000 euro", gli fa eco R.L., "la banca mi deve rimborsare i soldi sottratti indebitamente". "Ho fatto causa all'istituto di credito in cui ho acceso il mutuo 10 anni fa", rivela anche N.D., "per anni ho pagato un tasso da usura senza saperlo". Questo tipo di denunce sono in continuo aumento. Le Iene, il noto programma televisivo di inchiesta e denuncia di Mediaset, ne ha parlato più volte nel corso degli ultimi mesi, sollevando un gran polverone. E subito è scattata la polemica. Da un lato ci sono le banche, che si rifiutano di rilasciare dichiarazioni, non supportate nemmeno dalla Banca d'Italia e soprattutto dall’ABI, che ancora non è intervenuta per spiegare di cosa si tratti. Dall'altro le associazioni dei consumatori, che avviano cause e azioni legali, asserendo anche che almeno il 50% dei contratti di mutuo esistenti sono impugnabili.

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Ma cosa vuol dire che il mutuo è illegale? E come si può fare causa alla banca? Chi ha diritto al rimborso? E soprattutto, funziona davvero? Quali rischi si corrono?
Per capire di cosa si tratta è necessario innanzitutto fare un passo indietro. "Tutto è partito con la sentenza 350/2013 della Corte di Cassazione, poi avvalorato da recenti provvedimenti dell'Arbitro Bancario Finanziario”, spiega Pietro Giordano, Presidente di Adiconsum, l’associazione in difesa dei consumatori e dell’ambiente promossa dalla Cisl. In quell’occasione, infatti, il giudice aveva condannato la banca a risarcire il mutuatario di tutti gli interessi versati nel corso del piano di ammortamento, perché il tasso di soglia del finanziamento, risultava superiore rispetto al tasso di usura definito, in quel trimestre, dalla Banca d'Italia. "In questo caso, infatti, il mutuo è illegale", chiarisce Giordano, "e va pertanto considerato nullo".

Come si fa a capire se un mutuo ha tassi applicati maggiori del tasso d'usura? "Bisogna innanzitutto calcolare il tasso di soglia", spiega ancora Giordano, "cioè quello complessivo, che si ottiene sommando al tan anche tutte le altre spese accessorie da sostenere nel corso del piano di ammortamento. Compresi quindi gli interessi di mora previsti". Almeno, così dice la legge 108/96, che appunto si occupa di regolamentare l’usura bancaria. Va pertanto calcolato il Tasso Effettivo Globale (TEG) . Vale a dire: il costo di un finanziamento è determinato dagli interessi che davvero si pagano, sommati a quelli che si dovrebbero pagare in più in caso di ritardo nell’ammortamento delle rate mensili. Più tutte le eventuali altre spese applicate al debito.

“La sentenza citata riporta un’interpretazione letterale del testo di legge che parla di interessi e ogni altra utilità, senza fare distinzione se pagata o meno”, continua Giordano, “la sentenza quindi prevede il rimborso degli interessi già corrisposti se il contratto di finanziamento è giunto a conclusione. In caso contrario, se si sta ancora procedendo all'ammortamento, la banca è tenuta a restituire al mutuatario gli interessi versati negli anni già trascorsi, e a decurtare dalle rate future tutta la quota di interessi, lasciando quindi al cliente l'onere di rimborsare esclusivamente il capitale”.

---- Così, per esempio, chi ha sottoscritto un mutuo per l'acquisto della sua prima casa a gennaio 2007, potrà portare avanti le pratiche di denuncia contro la sua banca, solo se il tasso soglia applicato al suo mutuo risulta superiore a quello d'usura stabilito per quel trimestre dalla Banca d'Italia. Cioè al 5,99%, in caso di finanziamento a tasso fisso, e al 5,10% in caso di finanziamento a tasso variabile. Supponendo quindi di aver sottoscritto in quel periodo un mutuo di 100.000 euro da restituire in 15 anni con un tasso fisso del 3,50% e un tasso di mora del 3%, ci si troverebbe oggi nella condizione di poter avviare le pratiche per annullare il contratto. Poiché il tasso complessivo del debito, pari al 6,50%, è maggiore del 5,99% stabilito dalla Banca d'Italia come limite massimo per quel trimestre.

In questo caso, dunque, il cliente, trascorsi 7 anni potrebbe ottenere il rimborso di tutti gli interessi già pagati, per una somma complessiva pari a circa 20.000 euro. Mentre le rate future sarebbero tutte decurtate dalla quota interessi. Questo vuol dire che, trascorsi i 15 anni di durata del piano di rimborso previsto, il cliente si troverebbe a dover restituire alla banca solo 100.000 euro. Cioè esattamente l'importo richiesto a prestito. Risparmiando, all'incirca, una somma complessiva pari a 28.678,40 euro.

I rischi
Non è così automatico, però, ottenere un rimborso da parte delle banche. "In realtà", svela ancora Giordano, "bisogna considerare che la sentenza della Corte di Cassazione è valida solo per quel ricorrente specifico. E anche se di solito i giudizi di primo grado e di appello rispettano quanto già deciso, tuttavia c'è da ricordare che non sono obbligati a farlo. In Italia una sentenza non fa giurisprudenza. Il fatto che un giudice si sia espresso in un determinato modo, e solo dopo diversi gradi di giudizio, visto che la sentenza è arrivata fino in Cassazione, non vuol dire che la stessa decisione possa venire presa anche in altri casi".

Il problema intorno a cui ruota tutta la polemica è relativo proprio al calcolo del tasso massimo del finanziamento. "Esiste il rischio concreto di una nuova sentenza, magari a sezioni unite, che rovesci la 350", chiarisce Giordano, "cioè che venga stabilito che il tasso soglia debba essere calcolato solo come somma del taeg e degli interessi di mora nel caso ipotetico in cui effettivamente gli interessi di mora sono stati applicati per un ritardo del mutuatario". Escludendo quindi dal rimborso tutti coloro che hanno sempre pagato regolarmente le rate.

C'è anche un'altra questione da tener presente. "Può avvenire che con l'abbassamento dei tassi il saggio contrattualmente previsto superi quello di usura. In questo caso, secondo l'ABF (Arbitro Bancario Finanziario), deve essere riportato all'interno del tasso di usura senza alcuna altra penalizzazione. Non è chiarito se le rate successive dovranno essere pagate con il vecchio o il nuovo tasso", rivela Giordano.

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