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Long life 3/Eroi e antieroi (quasi) ottantenni tra cinema e ... OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

Sul grande schermo e tra le pagine dei romanzi, nasce un nuovo eroe: non più “giovanissimo” ma non per questo meno brillante e affascinante. Hollywood affronta pregi e difetti dell’invecchiamento, con tanti punti di vista, dal comico al dissacrante, fino alle pellicole più drammatiche. Mentre nell’ultimo legal thriller di Scott Turow, “Identici”, lo scaltro investigatore Tim Brodie si trova a riaprire un caso chiuso venticinque anni prima. A 81 anni

Long life 3/Eroi e antieroi (quasi) ottantenni tra cinema e librerie

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CINEMA

Nebraska (USA, 2013)
di Alexander Payne. Con Bruce Dern, Will Forte, June Squibb, Bob Odenkirk, Stacy Keach.
Drammatico



Trama del film
Da Mymovies.it: «Woody Grant ha tanti anni, qualche debito e la certezza di aver vinto un milione di dollari alla lotteria. Ostinato a ritirare la vincita in un ufficio del Nebraska, Woody si avvia a piedi dalle strade del Montana.

Fermato dalla polizia, viene 'recuperato' da David, figlio minore occupato in un negozio di elettrodomestici. Sensibile al desiderio paterno e dopo aver cercato senza successo di dissuaderlo, decide di accompagnarlo a Lincoln. Contro il parere della madre e del fratello Ross, David intraprende il viaggio col padre, assecondando i suoi capricci e tuffandosi nel suo passato. Nel percorso, interrotto da soste e intermezzi nella cittadina natale di Woody, David scoprirà i piccoli sogni del padre, le speranze svanite, gli amori mai dimenticati, i nemici mai battuti, che adesso chiedono il conto. Molte birre dopo arriveranno a destinazione più 'ricchi' di quando sono partiti.

[…] Oscillando tra dramma e commedia, Nebraska, coinvolge lo spettatore in un flusso empatico coi protagonisti, persone vere dentro storie comuni e particolari da cui si ricava una situazione universale. L'amabile David di Will Forte è il "giusto erede" di un genitore vulnerabile che Payne non presenta come esemplare ma come testimonianza eccentrica e irripetibile della possibilità di stare al mondo con qualche passione. E quella di Woody è l'amore, lingua franca di un viaggio che contempla le tracce paterne cicatrizzate nel proprio destino. Su quel padre incerto David ritrova il proprio senso e riprende la strada». Il film ha vinto, al Festival di Cannes, il premio per la Miglior interpretazione maschile attribuito all'attore Bruce Dern.

Quartet (Gran Bretagna, 2012)
di Dustin Hoffman. Con Maggie Smith, Albert Finney, Tom Courtenay, Billy Connolly, Pauline Collins.
Commedia



Trama del film
Da Comingsoon.it: «A Beecham House, una casa di riposo per cantanti lirici e musicisti immersa nella campagna inglese, si prepara come ogni anno il grande spettacolo per l'anniversario della nascita di Giuseppe Verdi.

---- Tutti gli artisti residenti tornano sulla scena per raccogliere fondi per mantenere Beecham e, tra gorgheggi e capricci, rinascono ansie da prima donna, rivalità tra istrioni, isterismi.

Qualcuno si sente male, qualcuno beve di nascosto, qualcuno rifiuta di cantare. E, ad aumentare la confusione, arriva una nuova pensionante: la diva della lirica Jean Horton, che ritrova Reggie, Wilf e Cissy, gli altri componenti di un quartetto leggendario. Reggie è il suo ex marito e il quartetto si sciolse quando divorziarono».

Il Grande Match (USA, 2013)
di Peter Segal. Con Sylvester Stallone, Robert De Niro, Kevin Hart, Alan Arkin, Kim Basinger.
Commedia



Trama del film
Da Wikipedia: «Billy "The Kid" McDonnen e Henry "Razor" Sharp sono due pugili rivali ormai in pensione. Nonostante siano passati più di trent'anni dal loro ritiro, non hanno smesso di odiarsi e la loro rivalità non si è mai placata.

Trent'anni dopo il manager di Bill, in uscita di un videogioco, organizza a quest'ultimo un incontro con la società per registrare i movimenti del suo personaggio. Ma anche Henry si trova lì per lo stesso motivo e, dopo una scaramuccia, i due si azzuffano. Un video della rissa circola in rete e la gente torna ad interessarsi alla loro faida. Per regolare i conti, dunque, decidono di sfidarsi in un ultimo epico scontro. Nel preparare il match, tuttavia, riemergono le loro problematiche personali e fisiche (dovute anche all'età oramai non più giovane)».

Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve (Svezia, 2013)
di Felix Herngren. Con Robert Gustafsson, Iwar Wiklander, David Wiberg, Mia Skäringer, Jens Hultén.
Avventura

(Il trailer è straniero, il film uscirà nelle sale italiane in primavera).



Trama del film
Da Mymovies.it: «Basato sull'omonimo romanzo di Jonas Jonasson, il film racconta la rocambolesca storia di un centenario che decise di cambiare vita. Per il protagonista però, questa non è la prima avventura di questo genere, visto che è sempre vissuto in un mondo fatto di incertezze e ripensamenti».

---- È complicato (USA, 2009)
di Nancy Meyers. Con Meryl Streep, Steve Martin, Alec Baldwin, John Krasinski, Lake Bell.
Commedia



Trama del film
Da Wikipedia: «Il tema portante del film è l'analisi, seppur in chiave umoristica, delle difficoltà che si presentano nei vari rapporti interpersonali: marito e moglie, figli, genitori, amici, amanti, etc.

La divorziata Jane Adler vive con i tre figli a Santa Barbara, in California, dove gestisce con successo una pasticceria. Dopo dieci anni dal divorzio, Jane ha un rapporto amichevole con l'ex marito Jake, ma quando Luke, il minore dei loro figli, si laurea, i due hanno modo di passare del tempo assieme ed inaspettatamente riscoppia la passione tra loro.

Jane diventa così l'amante dell'ex marito, visto che Jake nel frattempo si è risposato con la giovane ed antipatica Agness. Nel mezzo della ritrovata e clandestina passione tra gli ex coniugi, nella vita di Jane entra l'architetto Adam, che dovrebbe ristrutturarle la cucina ma che ben presto si innamorerà di lei, dando così vita ad un complicato triangolo sentimentale».

A proposito di Schmidt (USA, 2002)
di Alexander Payne. Con Jack Nicholson, Kathy Bates, Hope Davis, Dermot Mulroney, June Squibb.
Commedia/Drammatico

Trama del film
Da comingsoon.it: «Warren Schmidt è un uomo depresso e avvilito: è in pensione ed è vedovo di recente. Incerto sul suo futuro così come delle scelte fatte nel passato, decide di fare i bagagli per un viaggio attraverso il Nebraska, per essere presente al matrimonio della figlia con un venditore di letti ad acqua.



Eppure ogni cosa che fa, sembra sbagliata e Warren sembra destinato a finire la sua vita così come l'ha vissuta: un fallimento. Ma lungo la strada Warren racconta il suo viaggio e le sue osservazioni ad un interlocutore inaspettato, un ragazzino povero della Tanzania che sta sovvenzionando per 73 centesimi al giorno. Nelle sue lunghe lettere al ragazzino, Warren inizia a vedere se stesso e la vita che ha vissuto con occhi diversi».

Il film è stato premiato con due Golden Globe (miglior attore drammatico e miglior sceneggiatura) su cinque nomination. L'attore protagonista, Jack Nicholson, per questo ruolo è stato candidato all'Oscar come miglior attore mentre Kathy Bates è stata in corsa per la statuetta come "migliore attrice non protagonista".

---- LETTURA: Scott Turow “Identici”



Al termine di un party a casa di Zeus Kronon, membro influente della locale comunità greco-ortodossa, sua figlia Dita viene trovata uccisa nella sua camera da letto. La ragazza era fidanzata con Cass Gianis, figlio di un acerrimo rivale di Zeus, motivo per cui la loro unione era mal vista da entrambe le famiglie.
Cass, il cui fratello gemello Paul è agli inizi di una promettente carriera legale, si dichiara colpevole dell’omicidio e viene condannato a 25 anni di galera. Allo scadere della pena, Paul è divenuto senatore, nonché candidato favorito per la poltrona di sindaco della Kindle County. Intanto, il fratello della vittima chiede la riapertura del caso, accusando Paul di essere stato coinvolto nell’omicidio di Dita. Quale segreto nascondono i due gemelli? A riaprire il caso e a seguire le indagini saranno Evon Miller, ex agente speciale dell’FBI ora a capo della sicurezza dell’azienda dei Kronon, e l’ottantunenne investigatore Tim Brodie, che si era occupato dell’omicidio già venticinque anni prima.

Con rivalità famigliari, rapporti ambigui, segreti tenuti nascosti troppo a lungo, e un finale davvero sorprendente, torna Scott Turow, l’autore di “Presunto Innocente”, uno dei maggiori esponenti del legal thriller, da 30 milioni di copie vendute.

Il protagonista

La vita, fin da subito, presenta a Tim Brodie un conto amaro: orfano di padre e abbandonato dalla madre, trascorrerà la sua infanzia in un orfanotrofio, dove maturerà il disperato bisogno di amare, ma soprattutto sentirsi amato da una persona speciale, che incontrerà poi in sua moglie Maria.
Ma gli eventi drammatici che il destino gli riserva non sono ancora terminati: Tim perderà una figlia in tenera età e rimarrà vedovo, a causa di un cancro che si porterà via l’amata compagna.

Un personaggio ricco di sfumature, derivanti da una vita difficile e dall’età avanzata, che gli presenta la summa di tutte le sue disgrazie.
Domande sul proprio percorso esistenziale, bilanci, dubbi e riflessioni su quanto ha ricevuto e di quanto, al tempo stesso, è stato privato. Una malinconia ricorrente, che spesso si esprime nei suoi pensieri rivolti alla figlia: «Sono passati più di trentacinque anni ormai. Kathy potrebbe essere morta comunque per mille motivi, o magari avrebbe dovuto lei seppellire dei figli suoi. Bisogna accettare quello che è successo. Ma sai che la vita ti ha aperto questo buco nel cuore, e che non si chiuderà. […]Non gli succedeva spesso, di soccombere così. Tutti avevano qualche buon motivo per essere tristi, soprattutto arrivati a quell’età, con la consapevolezza, appena velata, che la fine non era lontana. Ma per tutta la vita c’erano stati momenti in cui una tristezza densa come colla lo aveva immobilizzato. Quando era giovane, in quei momenti beveva. Invecchiando, aveva imparato a uscirne con il ragionamento».

Ma la vita, pensa il quasi ottantaduenne Tim Brodie, va avanti. E va avanti lavorando. Tim, infatti, si differenzia rispetto ai suoi amici che trascorrono la maggior parte delle loro giornate al bar, chiacchierando e giocando a carte .

---- La vecchiaia del protagonista, che ha ottantun anni, viene spesso sottolineata, anche attraverso lo sguardo degli altri personaggi: «Arrivarono alla macchina. Tim aprì la portiera e si girò per entrare prima con la schiena. Finché non lo vide muoversi così rigidamente, Evon aveva dimenticato che Tim fosse tanto vecchio», ma anche mediante piccoli gesti quotidiani, rallentati dalle difficoltà dell’età che avanza: «Tim si appoggiò a un bracciolo per tirarsi su e barcollò appena facendo il primo passo. Evon lo osservò. Aveva le spalle leggermente curve, ma restava un omone, quasi uno e novanta, con un fisico da giocatore di football. Ai suoi tempi doveva essere stato uno che per strada si notava. Le fece cenno di seguirlo, poi aprì una porta in cucina e iniziò a scendere traballando. I gradini di legno erano ripidi, Tim si teneva alla ringhiera con una mano e con l’altra si appoggiava al muro di mattoni per bilanciarsi» e ancora: «Si svegliò con un sussulto. Era sul divano del soggiorno, con un pesante volume sul petto. Si tirò su con un grugnito e attese che corpo e testa si ricollegassero. Al risveglio la gamba gli faceva sempre un male quasi insopportabile per qualche secondo. Tim non capiva se poi il dolore si placava o lui si abituava. Aveva aspettato per tutta la vita che i suoi anni lo raggiungessero, e ora era successo».

Oltre che nei movimenti e nell’aspetto fisico, l’anzianità di Tim è sottolineata anche dalla proverbiale testardaggine di chi vuole fare ciò che ritiene giusto, senza lasciarsi influenzare dai pareri esterni. L’uomo, ad esempio, rifiuta tassativamente di trasferirsi a Seattle dove abitano le due figlie, che spesso gli propongono di andare a vivere con loro. Non vuole costringerle ad occuparsi di lui, specialmente con il trascorrere degli anni e i deficit fisici e motori che aumenteranno. La sua indipendenza gli sta a cuore.

Nonostante la vecchiaia, Tim è un brillante investigatore, il migliore di tutti, stimato dai suoi collaboratori, che ha fatto della sua pluridecennale esperienza sul campo, il suo valore professionale maggiore: «Nessuno degli investigatori, a quanto ricordava, aveva pensato di indagare su Zeus, per via del sangue. Ma era Tim quello che aveva abbastanza esperienza per non lasciarsi ingannare». Un’età che nonostante gli comprometta le capacità motorie, lo avvantaggia su tutto il resto, dotandolo di una maturità e un intuito che raramente possiedono i colleghi più giovani.
L’infaticabile Tim nel suo lavoro mette anche tanta passione, tanto da averlo reso quasi un “mantra”: «Spesso la verità era dolorosa. Per tanti era impossibile conviverci».

Una professionalità e un’integrità lavorativa in cui spesso sfociano i suoi lati più personali, come la sensibilità e la comprensione: «La cosa fantastica di Timmy» racconta l’ex collega Collins Mullaney «era che non si lasciava distrarre. E neanche cedeva all’odio per i colpevoli. Dava una sberla a un ragazzino che gli sputava addosso, come tutti, ma per quanto fosse stronzo il tipo, lui diceva sempre la stessa cosa: “Non ha avuto nessuno che si sia preoccupato di insegnarli come ci si comporta.” Era un po’ come se pensasse sempre “Potevo finirci io, al suo posto”. Credo che sia cresciuto in un orfanotrofio”»; mentre la detective Evon, che lavora con lui sul caso di Dita, rimane affascinata dal suo metodo nell’affrontare gli interrogatori: «Tim era bravo, pensò Evon. Lei non aveva mai superato completamente l’originario imbarazzo nei confronti degli estranei. Invece lui capiva per intuito come placare Georgia», e ancora: «Tim era onesto e sincero. Era come parlare con un nonno seduto sul dondolo nella veranda».

Un uomo anche ironico, che sa prendersi poco sul serio: «È per questo che i vecchi tengono duro», dice, «per prendersi tutti quei complimenti che prima nessuno gli faceva».
Un’ironia che diventa a volte dissacrante, come la risposta che dà a Evon quando gli “rimprovera” il rischio corso a pedinare alcuni autorevoli personaggi: «Nessuno nota un uomo di ottantun anni. Diventi trasparente».

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