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SOMMARIO

In uno scenario globale non esaltante, le eccezioni positive sono le borse di alcuni dei paesi periferici dell'euro. Il piccolo listino irlandese è su dell'8,2%. Atene registra un balzo del 14%. Madrid si muove poco, +1,8%, ma è comunque in territorio positivo. E infine Milano si segnala con il suo rialzo di circa il 9% dell'indice Ftse Mib. Cosa succede e perché? E soprattutto: dice si può guadagnare e su quali titoli si deve puntare?

Ora i grandi investitori puntano su Italia, Spagna, Grecia e Irlanda

Rispetto alle previsioni ottimistiche di inizio anno, nei primi tre mesi del 2014 i mercati azionari globali hanno parzialmente deluso le aspettative, con l'eccezione di Milano, Atene e Dublino, i paesi periferici dell'eurozona più colpiti dalla crisi.

I rialzi a doppia cifra previsti dalla maggior parte degli analisti soprattutto in Europa stentano infatti a prendere corpo. Ad oggi l'indice azionario globale Msci World è in sostanziale parità (-1%) rispetto a fine dicembre 2013. Lo stesso vale per i principali indici della borsa americana (S&P500 +0,9%; Nasdaq Composite +2,4%) e per gli indicatori europei (Eurostoxx 600 -0,1%). In perdita invece il Giappone (-12% il Nikkei 225) e i paesi emegenti (-6,1% l'Msci Emerging Markets).

In questo scenario non esaltante, reso difficile soprattutto dalla crisi che ha colpito i mercati e e le valute dei paesi emergenti a metà dello scorso febbraio, le eccezioni positive sono rappresentate per l'appunto dalle borse di alcuni dei paesi periferici dell'euro. Il piccolo listino irlandese, per esempio, è su dell'8,2%. Atene registra un balzo del 14%. Madrid si muove poco, +1,8%, ma è comunque in territorio positivo. E infine Milano, con il suo rialzo di circa il 9% dell'indice Ftse Mib delle grandi capitalizzazioni è in linea con la ripresa dell'ultimo biennio.

Questa tendenza divergente delle piazze finanziarie più deboli, le cui economie sono in via di miglioramento, ha attirato l'attenzione degli analisti delle grandi banche d'affari internazionali. Convinti che la ripresa del Sud Europa, e dei paesi periferici, abbia ancora spazio per andare avanti.

OF ne analizza le argomentazioni e offre alcune indicazioni sui titoli (individuati dagli analisti di Morgan Stanley e JPMorgan) ancora in grado di macinare buoni risultati. Mentre una selezione di fondi particolarmente efficienti specializzati sull'Italia e sull'eurozona è indicata dalla società di consulenza indipendente agli investimenti B&I Consulting. (guarda tabella qui sotto)

ISIN Descrizione Perform. inizio anno Perform. un anno Perform. tre anni
LU0313923228 BlackRock Strategic Funds Sicav BSF European Opportunities Extension Strategies A2 7,087 34,220 60,333
LU0122612848 Franklin Templeton IF Sicav Franklin European Growth A Acc. 1,016 11,363 39,956
LU0169525671 JPMorgan Funds Sicav JPM Europe Focus D Acc. 3,337 23,157 35,416
LU0284395125 DNCA Invest Sicav Italian Opportunities I 11,138 39,238 25,090
LU0284993374 Lemanik Sicav High Growth Retail Italia 10,013 41,056 39,292
IT0001070645 ZENIT MC PIANETA ITALIA R 9,710 33,519 30,924
LU0261948904 Fidelity Funds Sicav Iberia A Acc. 5,812 27,097 35,507


La ripresa dei paesi periferici dell'euro è andata troppo avanti? E' la domanda (retorica) che si pongono gli analisti di Morgan Stanley, cui fa eco un analogo interrogativo di un'altra grande banca d'affari americana JPMorgan i cui analisti si domandano se “la periferia è in grado di mantenere la sua leadership”. In entrambi i casi, e con motivazioni sostanzialmente analoghe la risposta è favorevole alle borse “periferiche”. ---- “I mercati azionari periferici”, scrivono gli strategist di Morgan Stanley in un report appena pubblicato, “sono stati trascinati al rialzo da un forte afflusso di investimenti dall’estero. Questo eccesso di ottimismo potrebbe generare dubbi sulla possibilità di una continuazione del trend rialzista, ma ci sono buone ragioni, da un punto di vista macro-economico per pensare che l'andamento favorevole continuerà.

I principali fattori di forza delle economie dei paesi periferici dell'eurozona sono infatti: a) il miglioramento dell'accesso al credito da parte delle imprese, che determina una riduzione dei costi di finanziamento. b) Il potenziale di aumento del Roe, il fondamentale parametro di rendimento del capitale (return on equity) cui guardano tutti gli investitori professionali. c) Le valutazioni dei titoli, che sono ancora convenienti. d) Il miglioramento dello scenario macroeconomico generale.

In particolare, secondo gli economisti di Morgan Stanley due sono gli elementi più importanti che potrebbero favorire un ulteriore recupero delle quotazioni, il livello del Roe e quello delle valutazioni. “I paesi periferici, e in particolare l'Italia, la Spagna e il Portogallo presentano le valutazioni “relative” e il livello del Roe più basso degli ultimi 30 anni”.

Il termine “relativo” è riferito al confronto con le quotazioni e i rendimenti (Roe) delle società quotate in Gran Bretagna, Svezia, Svizzera, Germania e Austria. Rispetto a queste borse e a quei rendimenti le società dei paesi periferici sono al loro punto più basso degli ultimi 30 anni. E in un contesto di miglioramento economico e di ripresa degli utili, come è quello in atto, questo divario di valutazioni è necessariamente destinato a chiudersi.

Anche gli analisti di JPMorgan Cazenove ragionano su variabili come la sottovalutazione dei titoli e la crescita attesa degli utili. E forniscono una dimensione quantitativa e non solo qualitativa della sottovalutazione dei periferici rispetto al resto delle borse europee, in particolare quelle “core”, il centro della zona euro. “Indicatori come il rapporto prezzo/valore di libro (P/B) e il rapporto prezzo/utili (P/E) suggeriscono che i titoli della “periferia” sono trattati con uno sconto del 30-40% rispetto alle società dei paesi centrali dell'eurozona”.

Del resto sottolinea lo studio, “nel confronto diretto fra l'indice italiano e il Dax tedesco, Piazza Affari è rimasta indietro del 60% rispetto alla performance della borsa di Francoforte”.

Dal punto di vista degli utili, variabile fondamentale per gli investitori, le previsioni di JPMorgan Cazenove sono di una crescita dei profitti del 12% in Italia e dell'8% in Spagna. “Ecco perché – conclude la ricerca – rimaniamo “sovrapesati” nei titoli azionari dei paesi periferici dell'eurozona, con una preferenza per i titoli quotati nelle borse dei paesi più piccoli (Portogallo, Irlanda, Grecia), seguiti dall'Italia e dalla Spagna.

L'Italia ha le valutazioni più a sconto rispetto al paese iberico e le scelte politiche sembrano avviate verso soluzioni più costruttive. Inoltre l'Italia presenta un livello di minor indebitamento delle famiglie e un più basso tasso di disoccupazione”.

Quali titoli selezionare e quali fondi.
La selezione dei fondi indicata dagli analisti indipendenti di B&I Consulting prende in considerazioni le gestioni specializzate su Italia e Spagna e alcuni dei fondi migliori di area euro. Come si vede i risultati a tre anni di queste gestioni sono quasi sempre superiori al 30%, mentre la soglia del 10% di rendimento viene battuta da inizio anno soprattutto dalle gestioni specializzate unicamente sull'Italia.

E' ragionevole pensare, che dati i livelli raggiunti, le gestioni paneuropee non potranno ripetere nel 2014 le stesse performance degli ultimi 12 mesi. Mentre, in base alle indicazioni che abbiamo visto, il potenziale di rendimento maggiore dovrebbe andare ai listini dei paesi del Sud Europa e degli altri periferici.

Tra i titoli giudicati “overweight”, che faranno meglio della media di mercato secondo JPMorgan Cazenove ricordiamo:
- Unicredit (Italia)
- Caixa Bank (Spagna)
- Bank of Pireus (Grecia)
- Snam (Italia)
- Autogrill (Italia)
- Hellenic Telecom (Grecia)
- Indra Sistemas (Spagna)


Mentre Morgan Stanley crede soprattutto in un recupero delle grandi utilities e segnala:
- Enel (Italia)
- Terna (Italia)
- EdP (Portogallo)
- Atlantia (Italia)

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