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50 siti italiani sono patrimonio di tutta l'umanità. Conosciamoli meglio/3a parte

SOMMARIO

Tra Agrigento, il Parco del Cilento, la Villa Romana del Casale, Aquileia e la Basilica Patriarcale. Ecco alcuni dei luoghi che riservano le posizioni tra il tredicesimo e il diciottesimo sito. Questi, solo per citarne alcuni, sono i siti a vantare il titolo di Patrimonio Mondiale, a cui Of, per ciascuno di essi, affianca il ristorante più votato da TripAdvisor e l’hotel consigliato da Booking

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Nel 1972 l’UNESCO firma e approva la Convenzione sul Patrimonio dell’Umanità. Da allora, ha dichiarato beni protetti ben 981 siti, appartenenti a 160 Paesi diversi, con un primato tutto italiano: l’Italia, infatti, è la nazione a detenere il maggior numero di patrimoni mondiali, contandone ben 49.

Curiosità

Il Comitato, oltre a decidere quali siti decretare patrimonio dell’umanità e a distribuire i budget, ha il potere di cancellare un bene dalla lista, qualora lo ritenga necessario.
Ad oggi questo è avvenuto una sola volta, con la città di Dresda (Germania), inserita nel 2004 ed eliminata nel 2009.
I motivi che portarono a questa drastica scelta, preceduta comunque da continui richiami, furono la costruzione di un ponte sul fiume (conseguente a un referendum popolare) per migliorare i collegamenti tra le due parti della città. Secondo gli esperti dell’UNESCO, però, il nuovo collegamento stradale sarebbe poco utile e soprattutto andrebbe a pregiudicare l’aspetto della città e l’intero scenario della Valle del fiume Elba.

L’UNESCO ha recentemente ripreso l’Italia, dandogli un ultimatum con scadenza il 31 dicembre 2013, spronandola a prendere provvedimenti per la conservazione del sito archeologico di Pompei, che versa in condizioni di degrado. Il Comitato ha tempo fino a febbraio 2014 per valutare le azioni del governo italiano, rinviando alla prossima riunione internazionale la sua decisione in merito.

Il Comitato inoltre può inserire particolari siti a rischio, per calamità naturali, guerre, inquinamento, bracconaggio o abusivismo, nella “Danger List”, con lo scopo di informare la comunità internazionale, la quale deve farsi carico del problema e agire per prevenirlo o arginarlo, a prescindere dal Paese in questione.
Un esempio a lieto fine si è verificato con il Parco Nazionale Royal Chitwan, il più antico del Nepal, dove sopravvissero circa 400 esemplari di rinoceronte indiano. Il Comitato chiese alla Banca Asiatica di Sviluppo e al Governo nepalese di riconsiderare lo studio di impatto ambientale che prevedeva la deviazione del fiume Rapti, cosa che avrebbe messo in serie difficoltà la popolazione dei rinoceronti, non riuscendo più a provvedere all’abbeveraggio. La revisione diede ragione al Comitato UNESCO e il progetto venne immediatamente bloccato. In modo analogo furono salvaguardate le Piramidi di Giza dalla costruzione di un’autostrada, il sito archeologico di Delfi da un impianto per la lavorazione di alluminio e il centro storico di Cartagena de Indias (Colombia), dall’abusivismo, oltre ad altri numerosi bene protetti.

Ecco quindi di seguito i sei siti UNESCO, affiancati dal ristorante della zona più votato dalla community di TripAdvisor, e dall’offerta consigliata da Booking per l’hotel.

AREA ARCHEOLOGICA DI AGRIGENTO

È un’area archeologica di interesse mondiale, ambita meta turistica estiva, simbolo della città, nonché segno di riconoscimento anche per l’intera Isola. È la Valle dei Templi, caratterizzata da un eccezionale stato di conservazione, inserita nel 1997 nella lista dei Patrimoni dell’Umanità, arrivando a soddisfare 4 criteri su 10 presenti della Convenzione, tra cui quello di «rappresentare un capolavoro del genio creativo dell’uomo» e di «costituire un esempio straordinario di tipologia edilizia» (maggiori info qui).

Agrigento, venne fondata come colonia della Magna Grecia nel V secolo a.C., con il nome di Akragas, diventando ben presto una delle più importanti città della zona del Mediterraneo. A testimonianza dell’importanza che ricoprì, ma anche della cultura classica che la influenzò profondamente, è presente una serie di templi dorici (8 in tutto), che un tempo dominavano la Necropoli, tra cui si ricordavo il Tempio di Giunone (del V secolo a.C.); il Tempio della Concordia (il meglio conservato); il Tempio di Eracle (il più antico, di cui rimangono solo otto colonne a causa di un terremoto); il Tempio di Castore e Polluce (simbolo della città) e il Tempio di Zeus (caratterizzato da gigantesche statue con sembianze umane).

Il ristorante

Su 117 ristoranti di Agrigento presenti sul portale di viaggi TripAdvisor, il più votato è l’Oasi Valle Lupo, ristorante dell’omonimo Agriturismo, in una verde valle dove sorge il Castello appartenuto alla famiglia di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. I piatti preferiti di questo locale, che utilizza specialmente prodotti del territorio, sembrano interminabili: crespelle alla zucca, caponata in casseruola, pomodorini ripieni alle acciughe, arancini, spaghettoni con funghi, zucchine e pancetta, e cannoli siciliani con pistacchio. Segnalati anche l’ottimo rapporto qualità/prezzo e la cordialità della proprietaria, Giusy.

L’albergo

Costa 110 euro per il week end del 12 settembre, l’hotel più consigliato su Booking, Hotel Amici, 3 stelle, situato in posizione centrale, a 80 metri dal centro storico di Agrigento. Alcune camere vantano vista sulla Valle dei Templi.

LA VILLA ROMANA DEL CASALE DI PIAZZA ARMERINA

Nel 1950 Gino Vinicio Gentile, dopo una serie di esplorazioni e scavi effettuati a seguito di numerose segnalazioni fatte dagli abitanti del posto, portò alla luce la struttura della Villa Romana del Casale, dimora rurale tardo-romana, situata nella periferia di Piazza Armerina (provincia di Enna), che divenne nel 1997 bene protetto UNESCO come «esempio eccezionalmente ben conservato con complessa volumetria e vastissima decorazione pavimentale a mosaico, e massimo esempio a noi noto dell’arte del mosaico pavimentale» (maggiori info qui).

Esami sulle murature, hanno datato Villa e mosaici tra il 320 e il 370. Tra i resti della struttura si individuano 4 nuclei, che comprendono un totale di 48 ambienti: l’ingresso monumentale che introduce alla pars rustica; il corpo centrale dotato di giardino con vasca al centro; la grande trichora e il complesso termale. I pavimenti delle sale sono ricoperti da decorazioni pavimentali, considerati massimo esempio dell’arte romana del mosaico, che permettono di ripercorrere la storia dell’impero romano, con scene della vita quotidiana, di caccia e giochi, raffigurazioni di eroi e divinità, ricoprendo circa 3.500 mq della superficie della Villa. All’esterno sono stati inoltre rinvenuti due acquedotti che servivano per l’approvvigionamento delle fontane e del complesso termale. «La Villa del Casale rappresenta una fondamentale testimonianza per la comprensione della vita e della civiltà romana di cui ci offre, grazie alla perfetta conservazione degli ambienti e delle rappresentazioni musive, un inimitabile affresco».

Il ristorante

L’Antica Stazione è il ristorante di Piazza Armerina che la spunta su altre 25 strutture, il più votato da TripAdvisor, nella Contrada Ronza. Si tratta di un’accogliente birreria che serve carne grigliata, hamburger e pizze. Elogiato per la qualità delle birre artigianali, per i prezzi modici e per l’ambiente, rustico ma accogliente.
Per un pasto più “tradizionale”, si può provare Al Fogher, Strada Statale 117/bis, terzo classificato, dopo il Cafe des Amis, adatto per uno spuntino veloce. Il locale, raffinato e curato, è rinomato per le oltre 450 etichette di vino. Gli utenti del sito segnalano i prezzi sopra la media ma adeguati al servizio, e applaudono gli ottimi piatti dello chef, come il cosciotto di agnellone, le capesante con insalata di mare, il filetto di triglia croccante, e lo scampo crudo con terrina di cous cous alle verdure. Consigliato per una cena romantica o un’occasione speciale.

L’albergo

Giucalem La Casa negli Orti, casa di campagna trasformata in B&B, a Piazza Armerina, costa 136 euro per due notti, dal 12 al 14 settembre. Si trova immersa in una valle verde e tranquilla, appena fuori dal centro storico del comune. A 3 chilometri si trova la Villa Romana del Casale.

“SU NURAXI” DI BARUMINI

La storia di Barumini (provincia di Medio Campidano, Sardegna) inizia 3.500 anni fa, quando gli antichi costruirono in cima a una collina, un nuraghe e un piccolo villaggio di capanne. I nuraghi sono monumenti a metà strada tra l’edilizia civile e quella difensiva, sopravvissuti fino ai giorni nostri, a testimonianza della cultura delle civiltà megalitiche presenti nel bacino del Mediterraneo. Sono costituiti da torri a due piani a forma di tronco di cono, realizzati in pietra disposta in cerchi concentrici che si stringono verso la sommità. Su Nuraxi è il villaggio nuragico più grande non solo della regione, ma anche del mondo.

Nel 1997 viene riconosciuto Patrimonio Mondiale, descritto dall’UNESCO come «l’esempio più completo e meglio conservato di nuraghe, […] una delle testimonianze più significative della cultura preistorica del bacino del Mediterraneo» (maggiori info qui). Gli interventi di sviluppo più importanti si verificarono durante l’Età del Ferro, tra il X e l’VIII secolo a.C.: i sistemi difensivi vennero potenziati e la popolazione iniziò a crescere. Nella sua fase più evoluta il nuraghe si trasforma in villaggio fortificato, un piccolo e rudimentale insediamento urbano.

Il ristorante

Dei 4 ristoranti di Barumiri presenti sulla community di TripAdvisor, il preferito è Il Cavallino della Giara, in Viale Su Nuraxi 2. Con una fascia di prezzo compresa tra i 20 e i 35 euro, questo locale si guadagna i consensi dei clienti grazie alla disponibilità dello staff, e alla bravura dello chef, che prepara piatti della tradizione sarda, come i tortelli di patate e ricotta, maialetto arrosto, i culurgiones con ragù di capra, le costolette di agnello e costata di cavallo.
Molto apprezzati il tipico dolce sardo, la seadas, e l’ampia sala con vista sui nuraghe.

L’albergo

Hotel Su Nuraxi, a Barumiri, 3 stelle, costa 140 euro due notti, nel week end del 12 settembre. L’albergo è situato in un’azienda agricola, Sole di Sardegna, a 150 metri dal sito UNESCO.

PARCO NAZIONALE DEL CILENTO E DEL VALLO DI DIANO CON I SITI ARCHEOLOGICI DI PAESTUM E VELIA E LA CERTOSA DI PADULA

Questo bene protetto dall’UNESCO dal 1998, ne raggruppa in realtà ben tre (il Parco, i siti archeologici di Paestum e Velia, la Certosa di Padula), tutti all’interno del Parco (maggiori info qui).
Andiamo con ordine.
Il Parco del Cilento e del Vallo di Diano è il maggiore parco per estensione italiano (più di 181.000 ettari, interamente compresi nella provincia di Salerno), oltre ad essere stato il primo in Italia, nel 2010, ad essere riconosciuto come Geoparco (un programma UNESCO nato nel 1998 che punta alla conservazione dell’eredità geologica del pianeta, incoraggiando la ricerca sostenibile). Oltre a rappresentare il parco mediterraneo per eccellenza, presentando una fauna e una flora ricchissime (querce, aceri, tigli, olmi, frassini, castagni, faggeti, sempreverdi, aquile reali, lepri, lupi, volpi, martore…), è anche testimonianza di tutte le popolazioni che si sono insediate sul Mar Tirreno: dal Paleolitico, agli insediamenti di Paestum e Velia, dalle costruzioni medievali fino alla Certosa di Padula.

Paestum (foto in alto) fu fondata nel VI secolo dai Greci che la chiamarono Poseidonia, in onore del dio Poseidone, come centro commerciale marittimo, e distrutta dai Saraceni nell’ 887, anno in cui iniziò il suo declino. È recintata quasi completamente dalle antiche mura greche, e contiene ancora tracce di quel periodo di splendore, come il Tempio di Nettuno, del 450 a.C., il Tempio di Hera, il più antico e il Tempio di Cerere , del 510 a.C. Oggi Paestum si trova nel comune di Capaccio, 30 chilometri sud di Salerno.

Velia, come la chiamarono i romani dal nome greco Elea, fu patria di Parmenide e Zanone, culla quindi della filosofia. L’area archeologica è oggi individuata con la contrada Piana di Velia, nel comune di Ascea (Salerno), all’interno del Parco. Dell'antica città restano l'Area Portuale, Porta Marina, Porta Rosa, le Terme Ellenistiche e le Terme romane, l'Agorà, l'Acropoli, il Quartiere Meridionale e il Quartiere Arcaico.

Infine, la Certosa di Padula fu fondata nel 1306 da Tommaso Sanseverino, che la dedicò a San Lorenzo e la donò all’ordine dei certosini. La parte principale è realizzata in stile Barocco, nella quale sono edificate ben 320 stanze e un enorme chiostro di circa 12.000 mq, recintato da 84 colonne. Le sue caratteristiche la identificano come uno dei più estesi monasteri al mondo. Oggi la Certosa ospita il Museo Archeologico provinciale della Lucania occidentale, che raccoglie una collezione di reperti provenienti dagli scavi delle necropoli di Sala Consilina e di Padula.

Il ristorante

La spunta su 310 ristoranti di Salerno recensiti su TripAdvisor, Villa Setharè (fascia di prezzo: 10/25 euro), in via Montestella, nelle colline salernitane. La location, che ospita anche un hotel, è di grande effetto: una dimora di campagna curata nei minimi dettagliati, con vista panoramica sul mare. I piatti più apprezzati del locale sono le pizze (consigliata ad esempio la margherita con pesto di rucola), da molti giudicate come le migliori mai assaggiate. Appena aperto invece un ristorante gourmet “I cinque sensi”. Gli utenti sottolineano la bellezza dell’ambiente, suggerendolo anche per allestirvi pranzi o cene per cerimonie, come matrimoni o comunioni.

L’albergo

Uno degli hotel di Salerno consigliati da Booking è il 4 stelle Novotel Salerno Est Arechi, situato sul lungomare, con centro fitness e ristorante. Il prezzo per soggiornarvi dal 10 al 12 settembre è di 138 euro.

CENTRO STORICO DI URBINO

Il centro storico di Urbino, è riconosciuto come sito UNESCO dal 1998, identificato come «…vertice dell'arte e dell'architettura del Rinascimento, armoniosamente adattato al suo ambiente fisico e al suo passato medievale che ne fanno un luogo del tutto eccezionale» (maggiori info qui).
La bellezza della città è legata in qualche modo alla figura di Federico III da Montefeltro, amico di Lorenzo de’ Medici, che governò Urbino dal 1444 al 1482, il quale, per trasformare la sua casa nella dimora delle Muse, chiamò a sé gli artisti più illustri dell’epoca: Piero della Francesca, Luciano Laurana, Leon Battista Alberti, Francesco di Giorgio Martini. Qui, inoltre, mossero i primi passi Raffaello e Bramante. La corte di Federico III venne descritta ne “Il Cortigiano” di Baldassare Castiglione, introducendo i caratteri del “gentiluomo”.

Il centro storico, che ha un’estensione poco più superiore a un chilometro quadrato, è costruito interamente in mattoni cotti e ciò che stupisce maggiormente di questo luogo è la sua scenografia, data da una fittissima trama urbanistica, in cui si intrecciano palazzi, chiese, vicoli, stradine, passaggi, saliscendi e scaline. Al suo interno si trova il Palazzo Ducale, realizzato da Luciana Laurana, uno degli esempi architettonici più significativi dell’epoca rinascimentale e oggi sede della Galleria nazionale delle Marche, ma anche la Casa di Raffaello, al civico 57 nella via che porta il suo nome, dove si possono ammirare i dipinti del padre, Giovanni Santi, e gli arredi della casa.

Il ristorante

Il primo ristorante di Urbino, su 60 recensiti da TripAdvisor, è Antica Osteria da la Stella, in via Santa Margherita 1, dove pranzarono e cenarono personaggi come Piero della Francesca, Paolo Uccello, Giusto di Gand, Giovanni Santi e Raffaello Sanzio. La cucina (fascia di prezzo: 30/40 euro) prevede le migliori tradizioni marchigiane e romagnole, come paste fatte in casa, cappelletti in brodo di gallina, tagliatelle al tartufo bianco o al ragù. Gli utenti del portale sottolineano la cortesia del personale e i prezzi sopra la media, ma pienamente meritati. Tra i piatti più apprezzati spicca la tagliata al tartufo, il risotto con zucca e mandorle, gli gnocchi di patate ripieni di porcini al ragù bianco di quaglia e la torta alle mele con gelato alla vaniglia.

L’albergo

Hotel Mamiani, 4 stelle, è il più votato da Booking per la città di Urbino. Costa 190 euro per il week end del 12 settembre, e si trova immerso nelle verdi colline che circondano il comune. Offre inoltre un nuovo centro benessere, con piscina per l’idroterapia e centro estetico.

AREA ARCHEOLOGICA DI AQUILEIA E BASILICA PATRIARCALE

Come «testimonianza eccezionale di una tradizione culturale […], ed esempio straordinario di tipologia edilizia» l’area archeologica di Aquileia, assieme alla Basilica Patriarcale, venne riconosciuta sito UNESCO nel 1998 (maggiori info qui).
Le origini di Aquileia risalgono al 181 a.C., anno in cui venne fondata all’estremità della pianura veneta, considerata inizialmente come colonia contro le invasioni dei barbari, ma nel tempo assunse un’importanza sempre più legata alle attività commerciali e artigianali, soprattutto nell’oreficeria, nella lavorazione del vetro, della terracotta, del marmo e della pietra. Divenne una delle più ricche città dell’impero, sotto l’imperatore Diocleziano, mentre con l’avvento e il diffondersi del cristianesimo, divenne centro di un’organizzazione ecclesiastica, e per volere del vescovo Massenzio fu costruita la Basilica Patriarcale, terminata nel 1031.

La Basilica contiene magnifici mosaici pavimentali, presenti anche nella adiacente Cripta degli Scavi. Il sito include anche due importanti musei: il Museo archeologico nazionale, inaugurato nel 1882, suddiviso in 3 piani; e il Museo Paleocristiano, che raccoglie una serie di iscrizioni di epoca paleocristiana e i resti dell'abside mosaicata della Basilica "Tullio" del V secolo, rinvenuta a sud di Aquileia.
Da qui si ammira la pavimentazione a mosaico di una chiesa del IV-V secolo sopra la quale fu costruita la Chiesa delle Monache, trasformata in villa privata nell’Ottocento.

Il ristorante

Il ristorante di Aquileia preferito dagli users di TripAdvisor, è Al Corallo, in via Beligna 3, specializzato soprattutto nella cucina di pesce, freschissimo. A pranzo menu fisso a 11 euro che comprende primo, secondo, contorno, acqua, vino e caffè. Molto apprezzati gli gnocchi fatti in casa con sugo di cozze, frittura e grigliata miste, capesante gratinate, il boreto di seppie e l’impepata di cozze. Prezzi ragionevoli e ambiente piacevole completano il quadro.

L’albergo

È Casa Corazza, immerso in un grande giardino di olivi, l’albergo consigliato da Booking. È una casa colonica ristrutturata nel XIX secolo, a 5 minuti d’auto dal sito archeologico di Aquileia, e 55 chilometri da Trieste. Costa 130 euro dal 13 al 15 settembre, con colazione inclusa.

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