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Guida alla banca 2015/ Cosa cambia nei conti correnti? OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

Quanto renderà il denaro? Si potranno ottenere mutui e prestiti? Come si modificheranno i conti correnti? Quale sarà il destino di pagamenti, e-commerce e shopping online? Cosa accadrà alla filiale? E davvero ci si potranno acquistare anche case e polizze assicurative? Ma, soprattutto, si potrà avere certezza della solidità delle banche che custodiscono i nostri risparmi? Of-Osservatorio finanziario risponde a 10 domande. Ecco alcune previsioni per l’anno in corso

Guida alla banca 2015/ Cosa cambia nei conti correnti?

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Analizzando i conti correnti presenti nel DB Prodotti Bancari di Of-Osservatorio finanziario si segnala che, a distanza di un anno i costi dei conti correnti monitorati (oltre 130) sono rimasti invariati. Con una spesa media, secondo l’indicatore di Of OFISC, che si aggira intorno agli 80 euro mentre il canone in media è di 39 euro.

A cambiare significativamente, invece, è il modo di concepire il conto corrente. Non è più il tradizionale prodotto di base che apre le porte di accesso alla banca ma diventa un abbonamento da sottoscrivere per avere accesso a un numero sempre più ampio di prodotti e di servizio, non puramente bancari ma anche che non la banca hanno poco a che fare.

Il conto diventa così un pacchetto. Questa evoluzione, però, non significa che le novità siano sempre più economiche del conto tradizionale.
Le strade intraprese dalle banche nel mercato dei conti correnti “di nuova generazione”, e tra le quali il cliente può scegliere quello più adatto sono due, e le capofila sono rispettivamente le due principali banche italiane, UniCredit e Intesa Sanpaolo.

Da un lato, infatti, sempre più banche, seguendo UniCredit con il suo nuovo MyGenius, proporranno un conto a zero e low cost solo per chi ha poche necessità di effettuare un alto numero di operazioni e per chi preferisce operare in autonomia. Mentre per chi ha più esigenze, maggiori sono anche i costi.
Così, chi vuole effettuare più operazioni agli sportelli automatici, disporre più bonifici, ottenere un rendimento extra, avere una carta di credito o il libretto degli assegni, deve comprare un pacchetto – o modulo – aggiuntivo.

MyGenius di UniCredit, infatti, ha di base un conto a zero che include carta di debito, Internet banking, domiciliazione delle utenze e accredito dello stipendio. Mentre per avere bonifici o una carta di credito a zero bisogna aggiungere 4 euro al mese.

Ma lo stesso meccanismo è stato scelto, ad esempio, anche da Banca Popolare di Bari con una carta bancomat, Zero24 Pocket, da usare per gli acquisti online e dotata di Iban per essere utilizzata come un conto corrente, sempre modulare. E da UBI Banca che ha da poco aggiunto a Qubì, proprio perché il conto dà accesso anche a prodotti extra, un modulo che aggiunge un canone mensile a quello standard se il cliente vuole anche una polizza a protezione degli infortuni.

Dall’altro lato, invece, a partire da Intesa Sanpaolo con Conto Facile, il conto è sempre a pacchetto ma a consumo. Si parte cioè da un conto a pagamento, e con canone elevato, che può però essere ridotto o azzerato se vengono sottoscritti altri prodotti bancari tradizionali (come le carte di pagamento) o extra bancari, in prima linea assicurazioni.

Il cambiamento dei conti correnti non riguarda però solo grandi gruppi bancari e banche tradizionali. Ma anche quelle online. Perché se il conto a zero non esiste più, se non per quei pochi clienti che non sentono la necessità di sottoscrivere pacchetti aggiuntivi, anche le banche nate sul web, che anni fa hanno lanciato quello low cost, si stanno adeguando.

Anche queste, infatti, si sono rese conto che non si può più proporre solo un prodotto ma è necessario che il cliente attraverso il conto ne possa sottoscrivere anche altri. Sempre scegliendo tra conto modulare e a consumo. Da un lato c’è chi, come Widiba, sceglie di creare pacchetti e abbonamenti che il cliente deve pagare se vuole servizi in più, partendo sempre da una base a zero spese. Dall’altro lato istituti come CheBanca! scelgono (seguendo la linea di Intesa Sanpaolo) di non offrire più un conto di partenza o in promozione a zero ma uno con canone flat (per CheBanca! di 24 euro l’anno) scontabile o azzerabile se si associano al conto altri prodotti come il pagamento delle rate dei mutui o dei prestiti.

Il 2015 vedrà quindi un costante aumento di prodotti che saranno modulati in base alle reali esigenze del cliente. Che non dovrà più spendere per operazioni e servizi che in realtà non usa ma, partendo da un conto basic e a costo zero, sceglierà in autonomia, anche via web e mobile, di arricchire solo con ciò di cui ha veramente bisogno.

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