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Guida alla banca 2015/Lo smartphone sostituirà il portafogli... OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

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Quanto renderà il denaro? Si potranno ottenere mutui e prestiti? Come si modificheranno i conti correnti? Quale sarà il destino di pagamenti, e-commerce e shopping online? Cosa accadrà alla filiale? E davvero ci si potranno acquistare anche case e polizze assicurative? Ma, soprattutto, si potrà avere certezza della solidità delle banche che custodiscono i nostri risparmi? Of-Osservatorio finanziario risponde a 10 domande. Ecco alcune previsioni per l’anno in corso

Guida alla banca 2015/Lo smartphone sostituirà il portafoglio per lo shopping in negozio?

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Secondo Deloitte, la società statunitense specializzata nei servizi di consulenza e revisione con sede a New York, il 2015 sarà l’anno dei mobile payments. Cioè dei pagamenti con il cellulare da utilizzare anche all’interno dei negozi al posto delle carte. L’annuale report che monitora la diffusione delle nuove tecnologie (“Deloitte, media & Telecommunications”), infatti, parla di un incremento delle transazioni con il cellulare pari al +1000%. Mentre, dicono ancora i ricercatori americani, il 5% di tutti gli smartphone nel mondo utilizzerà la procedura almeno una volta al mese.

Anche Of-Osservatorio finanziario pensa che il 2015 sarà l’anno della svolta. Anche se è comunque troppo presto per acclamare alla rivoluzione. Soprattutto perché gli annunci e i proclami fatti nel corso degli anni passati dalle società che in questo segmento di mercato operano e hanno investito sono sempre stati puntualmente smentiti. Ad oggi, infatti, i pagamenti da cellulare sono ancora un fenomeno di nicchia. Faticano a decollare. E dove già sono operativi difficilmente vengono utilizzati.

Tuttavia, le novità, lanciate da banche, società emettitrici di carte di pagamento e operatori di telefonia mobile, sono in continuo aumento. Il 2014, in questo senso ha segnato l’avvio del cambiamento. Perché sono entrati in gioco nuovi attori, come Apple, su tutti, che ha lanciato ufficialmente negli USA Apple Pay, il borsellino elettronico che permette di pagare senza dover nemmeno inserire il pin: basta l’impronta digitale. Il servizio, che già in America alcune tra le più note catene della grande distribuzione stanno boicottando (da Walmart a CVS), è previsto in arrivo in Gran Bretagna intorno a metà anno. E dovrebbe sbarcare anche in Italia.

Intanto, anche Google dopo i risultati fallimentari ottenuti dal suo Google Wallet (mai davvero decollato) sembra che si stia ri-organizzando per riuscire finalmente ad entrare nel settore. I rumors, in America, per il momento parlano del coinvolgimento di nuove aziende, tra le quali svetta Softcard, joint venture congiunta di Verizon, T-Mobile e AT & T, attiva nel settore dei wallet virtuali, e acquistata da Google per poco meno di 100 milioni di dollari. Anche se ancora non sono stati ufficialmente svelati i piani per i prossimi 12 mesi.

Nell’attesa che anche in Italia sbarchi il nuovissimo (e molto atteso) sistema di pagamento firmato Apple, che si prevede rivoluzionerà il settore, fervono le sperimentazioni. Per il momento si tratta per lo più di servizi di portata limitata. Alcuni, infatti, sono attivi solo a livello locale. Altri, invece, possono essere utilizzati solo dai clienti di una specifica banca, escludendo tutte le altre. Ma per il 2015 l’obiettivo, più o meno dichiarato, è quello di estenderne il più possibile l’utilizzo.

Intesa Sanpaolo e Banca Mediolanum si sono affidate al wallet di TIM e hanno entrambe creato una carta prepagata completamente virtualizzabile da inserire nel portafoglio digitale per consentire l’effettuazione di pagamenti senza contatto, cioè solo avvicinando il telefonino all’apposito lettore di carte di credito. Anche se, per l’anno in corso, è previsto l’utilizzo anche di altre piattaforme, per ampliare l’operatività anche a chi non ha un contratto telefonico con TIM. BNL del Gruppo francese BNP Paribas per i suoi clienti (e grazie a un accordo con Wind) ha avviato un servizio simile. Mentre Vodafone, che ha già operativo il suo SmartPass, destinato unicamente ai titolari, ha in programma di incrementarne la diffusione coinvolgendo anche alcune banche (come Banca Mediolanum, per esempio).

Poste Italiane, nel frattempo, durante l’anno ha provveduto ad ampliare i suoi servizi e grazie all’operatore telefonico PosteMobile ha lanciato nuove super sim da inserire nel telefonino per consentire il pagamento. Compass ha reso disponibile il borsellino elettronico CompassPay grazie a un accordo con H3G. UBI Banca, dal canto, ha lanciato l’applicazione UBI Pay, per inviare soldi agli amici in tempo reale come se si mandasse un messaggio. Mentre Banco Popolare e CheBanca! , seguendo l’esempio di Banca Sella e UniCredit hanno avviato app per disporre acquisti da remoto, magari anche da casa, semplicemente fotografando un codice a barre con la fotocamera dello smartphone.

Anche il numero di negozi che accettano questo tipo di pagamenti verrà incrementato. E nuovi nomi si affiancheranno ai punti vendita e ai supermercati che già permettono di disporre acquisti con un clic sul telefonino. Anche se i soliti noti della grande distribuzione e i principali nomi del franchising italiano e straniero sono tutti attivi già da un po’. Come Feltrinelli, Auchan, Stradivarius, McDonald’s, tanto per citarne alcuni.

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