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Long Life 2015/Reddito fisso, l’alternativa al materasso OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

L'area in cui si manifesta con maggior forza la “financial repression” è quella del reddito fisso. Lo spread di rendimento fra i Btp a dieci anni e i Bund tedeschi di pari durata è sceso per la prima volta in cinque anni al di sotto dei 100 punti. La deflazione, ovvero la diminuzione generalizzata dei prezzi dei beni e dei servizi è stata a febbraio del -0,4% su base annua tendenziale. Il che equivale grosso modo a dire che anche mantenendo mille euro sotto il materasso non si perderebbe nulla. Ma a partire da marzo la Bce darà inizio alla politica di acquisto di obbligazioni in euro per un ammontare di 60 miliardi al mese per i prossimi 18 mesi. E allora, se funziona…

Long Life 2015/Reddito fisso, l’alternativa al materasso

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L'area in cui si manifesta con maggior forza la “financial repression” è quella del reddito fisso. Proprio in questi giorni il famoso spread di rendimento fra i Btp a dieci anni e i Bund tedeschi di pari durata è sceso per la prima volta in cinque anni al di sotto dei 100 punti base, un punto percentuale. Si tratta dell'effetto positivo dovuto al tendenziale risolversi del contenzioso sul debito tra la Grecia e l'Unione Europea e di un'anticipazione degli adattamenti che le operazioni di acquisto di titoli pubblici da parte della Bce (quantitative easing) avranno sui mercati obbligazionari europei.

In questa situazione l'ultima asta dei Bot a sei mesi ha portato a un rendimento dello 0,09% lordo, un tasso che diventa negativo se si considerano i costi di commissione e l'imposta patrimoniale fissa annuale del 2 per mille (0,2%) che grava su qualsiasi tipologia di investimento. Contestualmente il rendimento dei Btp a dieci anni è sceso al minimo assoluto dell'1,3%. L'unico elemento positivo in questo scenario è dato dal fatto che il valore del capitale investito, pur in assenza (o quasi) di rendimento, rimane intatto. La deflazione, ovvero la diminuzione generalizzata dei prezzi dei beni e dei servizi è stata a febbraio del -0,4% su base annua tendenziale.

Il che equivale grosso modo a dire che anche mantenendo mille euro sotto il materasso non si perderebbe nulla. Se l'inflazione dovesse mantenersi negativa (cosa improbabile) per tutto il 2015 a un tasso medio del -0,4% a fine anno i mille euro del materasso (o del conto infruttifero) varrebbero 1004 euro.
È evidente che si tratta di un gioco pericoloso. Tanto più che in alcuni paesi europei i rendimenti dei titoli sono diventati addirittura negativi. Come è possibile? Il fenomeno, tecnicamente, è dato dall'aumento dei prezzi delle obbligazioni già emesse. Facciamo un esempio intuitivo. Se acquisto oggi una emissione a 10 anni con cedola prevista dell'1% annuo al prezzo, supponiamo, di 120 (pago oggi 120 e verrò rimborsato 100 alla scadenza) avrò nel corso dei dieci anni un flusso cedolare complessivo di 10 ma sarò anche in perdita di 10 (ho acquistato a 120), il che corrisponde a un rendimento negativo del -1% annuo. L'esempio è impreciso perché non tiene conto degli interessi composti e della possibile capitalizzazione e reinvestimento della cedola, comunque rende approssimativamente l'idea del fenomeno.

Ebbene questa situazione, oggi, non è affatto rara. Per rimanere all'eurozona i Bund tedeschi con scadenza a cinque anni rendono circa il -0,15%. Le obbligazioni in franchi svizzeri a 18 mesi pagano, ai prezzi attuali, hanno una cedola del -1,2%. I titoli in corone danesi di medesima durata sono leggermente più generosi e si fermano a un – 1%. Un fenomeno passeggero? Non è affatto detto che sia così. Infatti a partire dal mese di marzo che è appena iniziato la Bce darà inizio alla politica di acquisto di obbligazioni in euro per un ammontare di 60 miliardi al mese per i prossimi 18 mesi.

L'effetto di questa misura, se funzionerà, dovrebbe essere quello di rilanciare l'inflazione verso un livello fisiologico prossimo ma inferiore al 2% annuo, così come è previsto dai trattati istitutivi della Bce. Ma la conseguenza collaterale di questa politica potrebbe essere uno sprofondare in territorio negativo (o ancora più negativo) delle emissioni a più lunga scadenza non solo in Bund tedeschi, ma forse un giorno, anche dei titoli di Stato italiani.

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