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Investire. Check di primavera. Che fare? OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

I profitti delle società europee, nel 2015, potrebbero aumentare a un ritmo compreso fra il 10 e il 15% grazie alla svalutazione di circa il 12% che l'euro ha subito da gennaio contro il dollaro e per effetto della politica di espansione monetaria adottata dalla Bce. Uno studio suggerisce di puntare sulle società globali maggiormente esposte alla crescita dell'e-commerce. Secondo gli analisti il valore complessivo delle vendite online, da oggi al 2020 potrebbe raggiungere l'ammontare di 1.600 miliardi di dollari l'anno

Investire. Check di primavera. Che fare?

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Da qui a dire che le soluzioni per gli investitori siano semplici ce ne corre. Chi non ha avuto la prontezza di investire sui listini prima del grande boom di questi mesi rischia di partecipare a una quota ormai limitata dei rialzi possibili. L'andamento della borsa di Wall Street esemplifica bene la situazione. Dopo una performance superiore al 20% dell'indice S&P500 nel corso del 2014 (un dato che ha portato la borsa di Wall Street al sesto anno consecutivo di rialzi), la piazza newyorkese mostra la corda.

Da gennaio a oggi, a fronte dei fortissimi incrementi registrati dall'Europa e dal Giappone (+16,2% l'indice Nikkei 225) i principali indici statunitensi sono rimasti sostanzialmente al palo. Il Dow Jones industrials è salito di appena il +1,59%, l'S&P500 del 2,24% e il Nasdaq 100 di un più robusto (ma non eccezionale) +5,7%. Il timore di molti analisti è che il doppio effetto della crisi greca e dei grandi rialzi fin qui realizzati dalle borse, possa portare a una situazione di “stagnation” analoga a quella di Wall Street anche sui listini europei.

Vi sono tuttavia delle importanti differenze tra lo scenario economico di Europa e Giappone da un lato e degli Stati Uniti dall’altro. Mentre infatti lo Zio Sam proviene da un lunghissimo periodo di mercato Toro, sia il Vecchio Continente che il Sol Levante lo scorso anno hanno registrato performance modestissime e non hanno quindi accumulato quello “zoccolo” di valutazioni elevate che adesso pesa sulle prospettive di crescita ulteriore degli Stato Uniti.

In particolare, secondo uno studio di JPMorgan i profitti delle società europee, nel 2015, potrebbero aumentare a un ritmo compreso fra il 10 e il 15% grazie alla svalutazione di circa il 12% che l'euro ha subito contro dollaro da gennaio e per effetto della politica di espansione monetaria adottata dalla Bce. Il ribasso sofferto dagli indici in questi giorni, e che verosimilmente sarà accompagnato da una volatilità molto elevata anche nelle prossime settimane, potrebbe dunque essere una buona occasione per entrare sul mercato azionario, ad esempio attraverso lo strumento degli ETF, i fondi replicanti a basso costo che riproducono l'andamento degli indici.

L'opportunità dell’e-commerce
Una strategia differente, con un orizzonte di lungo termine, è invece suggerita dal team di ricerca azionaria del Credit Suisse guidato da Eugene Klerk. Uno studio suggerisce di puntare sulle società globali maggiormente esposte alla crescita dell'e-commerce. “L’aumento delle vendite online continua a rimanere molto forte a livello globale”, esordisce la ricerca. Secondo gli analisti elvetici il valore complessivo delle vendite online, da oggi al 2020, potrebbe raggiungere l'ammontare di 1.600miliardi di dollari l'anno.

“ Si tratta di un valore più che doppio rispetto ai livelli attuali e che corrisponde a un incremento delle vendite di circa il 20% annuo per i prossimi cinque anni. Anche i profitti potrebbero crescere a una media annua compresa fra il 4 e il 6% annualizzato”, afferma la ricerca. Gli analisti mettono in guardia dagli alti livelli delle valutazioni dei titoli legati all'e-commerce che toccano una media di 33 volte gli utili dell'anno in corso. “Tuttavia questo valore elevato non dovrebbe preoccupare fino a quando la crescita dei ricavi avrà tassi annui a doppia cifra”, conclude lo studio.

Lo studio individua quindi una dozzina di società, a livello mondiale, che potrebbero trarre il massimo beneficio da questo trend di sviluppo impetuoso dell'e-commerce.

I nomi sono quelli di Apple, Facebook, L Brands, Lululemon e Visa negli Stati Uniti. H&M (abbigliamento), Publicis (media) e WPP (media) in Europa. Alibaba, Naspers, Samsung e Tencent sui mercai emergenti.

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