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Miglior App Finanza 2015/ La banca vuole essere un’app OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

Nel 2015 le piattaforme di mobile banking si trasformano e introducono nuovi servizi. Come il prelievo senza carta e il bonifico senza Iban. Compaiono tecnologie nuove per l’accesso che sfruttano il riconoscimento biometrico. Nascono modi diversi per la produzione delle password usa-e-getta per autorizzare i pagamenti. E vengono introdotte piattaforme per la gestione del bilancio. Ecco come si fa banca dal cellulare nel 2015. E come sarà l’app del futuro

Miglior App Finanza 2015/ La banca vuole essere un’app

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Sembra essere passato un secolo da quando le prime banche iniziarono a mettere online sugli store virtuali le prime app di mobile banking. All’epoca la grafica era basic e lineare. Si poteva consultare il saldo aggiornato (spesso nemmeno in real time) e gli ultimi movimenti disposti. E si potevano effettuare bonifici e ricariche di cellulare e prepagate, nella migliore delle ipotesi. Era il 2010. Ora, 5 anni più tardi, è tutto diverso. E la concorrenza diventa feroce. Il fatto è che, nell’era degli smartphone, dei tablet e delle nuove tecnologie la banca si gestisce per lo più via app. E infatti, dicono gli analisti di Of-Osservatorio finanziario, tra tutti i conti online aperti in Italia, il 7,7% viene gestito via mobile. Ecco perché, da due anni a questa parte, Of-Osservatorio finanziario ha introdotto una classifica dedicata proprio agli applicativi per fare banca da mobile, assegnando il premio Miglior App Finanza dal 2013.

Le principali banche nazionali, i gruppi bancari pluriregionali, le banche solo online e le territoriali si sfidano a colpi di servizi e nuove tecnologie. Compaiono nuovi attori, new entry del settore, come Widiba e Cariparma (la grande assente degli anni scorsi). Mentre chi è stato tra i primi ad affacciarsi sul mercato rivede del tutto la sua offerta e la pubblicizza anche in Tv, come fa ING Direct che nella nuova campagna televisiva passa dal promuovere il conto (come ha sempre fatto) al pubblicizzare l’app. Perché la banca, oggi, vuole essere un’app. E prende il via la guerra degli aggiornamenti.

Nuovi servizi
La principale novità del 2015 riguarda l’introduzione di nuovi servizi caratterizzati, soprattutto, da modalità di gestione delle informazioni differenti. Alcuni, per esempio, reinventano il modo per accedere alle stesse funzionalità già disponibili in passato. Come Webank che trasforma la lettura del saldo rendendolo interattivo (basta scuotere lo smartphone per visualizzare quello aggiornato in tempo reale). Altri, invece, sono del tutto nuovi. Come il nuovissimo prelievo cardless, cioè senza carta, di Webank e Veneto Banca, che consente il prelevamento di denaro contante dai bancomat utilizzando, al posto della tradizionale carta di pagamento, un codice pin appositamente generato dall’applicativo.

Poi, c’è anche chi, come Veneto Banca, con la nuovissima BankUP Mobile, lanciata a fine marzo, mette a disposizione la nuovissima funzione di bonifico facile. In pratica, dopo aver digitato importo e causale, si può scegliere il destinatario dalla rubrica telefonica e procedere con l’invio tramite numero di cellulare o email, anche senza conoscere il codice Iban del destinatario. A questo punto è la Banca ad associare a quel contatto un preciso Iban, verificandolo con il beneficiario. Mentre, in alternativa, si può anche utilizzare la videocamera del telefonino e fotografare il codice da inserire nel dispositivo.

Le tecnologie di ultima generazione
Ma con la tecnologia che evolve, anche le applicazioni bancarie cambiano di conseguenza. E sperimentano soluzioni diverse per l’accesso e l’autenticazione sfruttando le potenzialità degli smartphone di ultima generazione. È il caso di Fineco e BankUp Mobile di Veneto Banca che includono il riconoscimento dell’impronta digitale Touch ID con i supporti che già lo consentono. Consentendo di accedere all’account personale semplicemente scorrendo un dito sul display tutto touch del telefonino.

---- Banca Mediolanum, dal canto suo, ha sperimentato i comandi vocali, per navigare nelle varie sotto-sezioni del software semplicemente utilizzando la voce. Così, si può chiedere al cellulare di disporre un bonifico o di avviare una ricarica telefonica per vedere l’operazione compiuta in pochi istanti.
Mentre, Widiba utilizza più o meno lo stesso sistema come strumento di sicurezza. All’app, infatti, si accede grazie a un servizio che riconosce la voce. Basta accedere e registrarsi mentre si pronuncia la frase di sicurezza per poter utilizzare la voce ad ogni nuovo login.

Intanto, per i prossimi mesi, è previsto un incremento di servizi biometrici. Soprattutto sulla scorta delle varie sperimentazioni già attive all’estero. In Olanda, per esempio, ING Direct ha già lanciato il Touch ID per l’accesso facilitato ai possessori degli ultimi modelli di iPhone.
Mentre è stata avviata ancora sul finire del 2014 la fase pilota del nuovo progetto Parlami! di UniCredit che, stando alle indiscrezioni, dovrebbe trattarsi di un nuovo sistema di mobile banking vocale che, come l’app di Widiba, consentirà l’autenticazione tramite il riconoscimento della voce. Inoltre, Parlami!, almeno nelle intenzioni, consentirà anche ai clienti di fare domande, avere risposte e compiere alcune operazioni bancarie come, per esempio, la consultazione del conto corrente, i bonifici bancari, le ricariche telefoniche e la geolocalizzazione delle filiali e dei bancomat più vicini, utilizzando un linguaggio naturale.

La password usa-e-getta entra nell’app
È l’ultima frontiera della sicurezza via mobile. E si sta diffondendo in un numero sempre crescente di sistemi di mobile banking. Si tratta della password usa e getta OTP (One-Time-Password) che serve per autorizzare le transazioni di pagamento all’interno dell’account privato di banking, ed è richiesta per disporre bonifici, ricariche, pagamenti di bollettini, abbonamenti, bolli. Generalmente è concessa sotto forma di porta chiavi (token). Ma negli ultimi mesi si è virtualizzata entrando all’interno dell’app.

UniCredit ed Hello bank! hanno fatto da apripista. Poi, nel corso dell’ultimo anno, anche ING Direct ha inserito la possibilità di creare uno “smart code” direttamente dalle pagine dell’app. Così come Banca Popolare di Vicenza con la nuovissima piattaforma BPViGO! e Unipol Banca che, da inizio anno, ha rimpiazzato la chiavetta token BluCode con il servizio di token software da attivare direttamente dal proprio Internet banking.

Gestire entrate e uscite
Nel corso dell’anno, poi, sono incrementate anche le funzionalità di gestione del bilancio famigliare. Con le quali è possibile categorizzare entrate e uscite, fissare budget massimi da non superare e monitorare l’andamento delle spese disposte per periodo. Così, oltre alle app di Fineco e Banca Sella, che già un anno fa avevano servizi dedicati, nel 2015 si sono affiancati anche altri istituti con versioni riadattate. UBI Banca, per esempio, a inizio anno ha lanciato una versione completamente rinnovata della sua app di mobile banking Qui UBI associando, a una grafica e a un layout completamente differente (cambia anche il colore) il nuovo servizio UBI Money con il quale monitorare l’andamento di entrate e uscite.

Sulla nuova piattaforma di Webank, invece, i movimenti del mese vengono visualizzati su una timeline (linea del tempo). Si sceglie il periodo da monitorare e il sistema mostra entrate e uscite. Anche se, volendo, è comunque possibile interagire allegando le immagini degli scontrini fiscali (basta fotografarli con il telefonino), aggiungendo categorie di classificazione delle spese o commenti personali.

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