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Diario del primo giorno di Apple Pay a Londra OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

Dopo 9 mesi di attesa, Apple Pay, il primo sistema di pagamento del colosso americano, ha fatto il suo debutto in Europa, a Londra il 15 luglio. Cosa c’è di diverso rispetto alle iniziative lanciate da tempo dai player locali nel campo dei pagamenti senza contatto? Come funziona e dove si può utilizzare? Of-Osservatorio finanziario ha chiesto a un corrispondente (anonimo) di testare in esclusiva il servizio nei primi giorni del suo debutto. Ecco il suo diario (aggiornato)

Diario del primo giorno di Apple Pay a Londra

Sono trascorsi 9 mesi da quando Apple, il colosso americano numero uno al mondo nella produzione di smartphone, con un fatturato trimestrale di 58 miliardi di dollari e un utile netto che, sempre nel primo trimestre del 2015, ha raggiunto i 13,6 miliardi di dollari (il 33% in più), ha debuttato negli States con il suo primo sistema di pagamento, Apple Pay (vedi foto in alto). Stravolgendo completamente gli equilibri di un mercato, quello dei pagamenti da telefonino, ancora agli albori, anche oltre oceano.

Ora è il turno dell’Europa. A cominciare da Londra. Dove il sistema di pagamento senza contatto via cellulare (ma solo dalla versione iPhone 5s ai nuovi iPhone 6 e 6 Plus) o orologio, con il nuovissimo Apple Watch, ha fatto il suo debutto ufficiale, il 15 luglio. Mettendo in allerta tutti i player del settore che, nel corso degli ultimi mesi, si sono dati battaglia a suon di accordi e iniziative per tentare di occupare il posto vacante prima dello sbarco del gigante americano.

Nel frattempo, a Seul è iniziata la sperimentazione di Samsung Pay. Il sistema di pagamento del gruppo sudcoreano funziona quasi esattamente come quello di casa Apple, cioè usando la tecnologia senza contatto (Near Field Communications, abbreviata con la sigla Nfc): basta avvicinare il cellulare a un lettore apposito, ad esempio un POS, e la transazione si avvia automaticamente. La sicurezza è data dal lettore di impronta digitale (fingerprint) che si trova sul tasto menu del cellulare. Samsung Pay, che funziona sui nuovi Galaxy S6, anch’essi dotati di lettore di impronta digitale, presenta un vantaggio tecnico in più: oltre che senza contatto effettua transazioni anche con i tradizionali Pos con striscia magnetica.


Samsung Pay in sperimentazione a Seul

---- Apple è però un passo avanti nelle alleanze commerciali: prima di tutto perché ha già siglato accordi con tutte le principali società che emettono carte di pagamento, con numerose banche e anche con alcuni merchant: in questo caso si tratta di accordi marketing e promozionali, come quelli con Spar, Starbucks, Subway, McDonald’s UK, Nando’s, oltre alla rete dei trasporti pubblici. In pratica ciascun merchant ha sviluppato un’app che prevede il pagamento anche attraverso Apple Pay.

Ma come funziona veramente il nuovo sistema di pagamento Apple? Cosa permette di acquistare? E dove? Of-Osservatorio finanziario ha chiesto a un anonimo corrispondente di Londra di testare in esclusiva il sistema di pagamento di Apple. Per fare acquisti nei negozi e accedere alla metropolitana.

Ecco il suo diario.


Il primo giorno di Apple Pay: come attivare il servizio
Il 15 luglio, il giorno del suo debutto, ho aperto il mio iPhone e ho avviato il processo di attivazione di Apple Pay. La prima cosa che ho dovuto fare è stata collegare le carte di credito o di debito all’account personale. In modo da avere un portafoglio digitale sul quale addebitate le varie spese che avrei disposto. Questo passaggio fondamentale può essere fatto direttamente dall'applicazione Passbook, oppure direttamente all’interno dell’app Apple Pay.

A questo punto basta aggiungere ciascuna carta fotografandola dalla telecamera del cellulare. La foto serve a memorizzare le 15 cifre in rilievo della carta. Mentre scadenza, nome e cvv (codice di sicurezza che sta sul retro della carta) vanno inseriti manualmente. O almeno, io ho dovuto fare così, perché non li ha presi in automatico. Ho collegato per adesso una sola carta, anche se è possibile memorizzarne fino a 8.

Attenzione, però. Si possono inserire solo le carte di pagamento emesse da banche che già hanno aderito all’accordo commerciale Apple. In caso contrario, il sistema segnala che si è verificato un errore, e che il codice inserito non è supportato. Come, per esempio, nel caso delle carte Barclays.

Una volta inserita la carta, è necessario procedere alla sua attivazione attraverso un processo di verifica dell’identità del possessore della carta di pagamento. E si tratta di un passaggio fondamentale senza il quale Apple Pay non funziona. I metodi di verifica variano a seconda del tipo di carta di pagamento che si possiede. Generalmente si ricevere via sms una password usa e getta (One time password – OTP). Ma solo per chi ha precedentemente associato il numero di telefono cellulare alla carta di pagamento.

Nel mio caso, che non lo avevo mai fatto, mi è stato solo proposto di chiamare il numero verde di American Express: pessima esperienza. E ancora non ho risolto. In pratica mi hanno chiesto uno user ID a 15 cifre che non conosco. Poi, il giorno dopo, Apple mi ha mandato un messaggio per ricordarmi di attivare il sistema di pagamento. Andando sull'app mi è stato proposto un altro metodo di verifica tramite Otp email. Ma anche questa volta cliccando mi ha dato errore.

---- Comunque, chi ha ricevuto l’Otp tramite sms ha attivato il servizio senza problemi e in un secondo. Ma si sa, quando c'è lo zampino delle banche i processi utente nei casi "limite" vanno tutti male.

Inserita la Otp e fatta la verifica Apple Pay è attivo. Si può subito iniziare a utilizzare il sistema di pagamento, mentre da Apple arriva una email con alcune spiegazioni preliminari.

Come si usa
Il meccanismo di Apple Pay in realtà è semplice: basta avvicinare il cellulare, anche bloccato, cioè con schermo nero, a qualsiasi dispositivo che legge le carte di pagamento o in generale carte senza contatto, tenendo premuto con il dito il bottone menu. Attraverso la tecnologia Nfc, l’app si risveglia e, nell’arco di qualche secondo, compare la schermata dalla quale autorizzare la transazione. Mentre il lettore di impronta garantisce la sicurezza. Non vanno inseriti codici o password. È sufficiente premere il dito nell’apposito spazio. A questo punto la transazione di pagamento è conclusa.


Apple Pay utilizzato presso le catene di negozi McDonald's

In UK, però, sono permesse transazioni senza contatto solo sotto le 20 sterline pari a 28,68 euro (a settembre il limite sarà portato a 30 sterline cioè 43 euro). In Italia con una carta contactless si può pagare qualsiasi importo: infatti, oltre il limite dei 25 euro, basta inserire il tradizionale codice Pin associato alla carta di pagamento.

L’applicativo associato alla gestione delle carte di credito archiviate sul telefono, Passbook, in alcuni casi funziona anche come storico dei movimenti effettuati. Fornendo una alternativa all’estratto conto classico. Ma non si tratta di un servizio attivo per qualsiasi tipo di carta. Alcune società emettitrici di credit card e istituti finanziari (come Natwest per esempio) hanno preferito non concedere la possibilità di consultare saldo e lista dei movimenti disposti via Passbook. Probabilmente per non compromettere l’utilizzo delle app di mobile banking.

Dove si usa: esempi pratici
Attivato il servizio ho iniziato a utilizzarlo. A cominciare dalla metropolitana di Londra. E ho notato subito che il sistema funziona. La società dei trasporti londinesi (Transportation of London - TFL), infatti, ha dotato da tempo gli ingressi della metropolitana e i bus di lettori di carte di pagamento, con tecnologia senza contatto. In grado quindi di accettare anche acquisti con ApplePay, oltre che con tutte le carte implementate con la stessa tecnologia.

Al tornello della metropolitana, la prima sorpresa: Apple Pay impiega circa 3 secondi per essere riconosciuto e per autorizzare la transazione. Probabilmente il riconoscimento dell’impronta utilizza un meccanismo di sicurezza, per evitare che chiunque possa prelevarti dei soldi semplicemente avvicinandosi alla tasca dove tieni il telefono, grazie al contactless. Ma questo tempo in più, anche se sembra poco, non è accettabile, soprattutto perché si rischia di intralciare il traffico dei pendolari in coda.

In più, bisogna fare attenzione e usare sempre un solo device (cellulare oppure orologio Apple Watch): infatti, per maggiore sicurezza, Apple registra un ID univoco associato all'abbonamento per ciascun tipo di supporto. Utilizzandoli indifferentemente, si finisce per pagare il biglietto due volte. ---- La Oyster card che uso da sempre, oppure qualsiasi carta contactless e anche il nuovo wearable lanciato da BarclayCard bPay studiato apposta per i pagamenti senza contatto e che può essere a forma di braccialetto, portachiavi o sticker da attaccare al cellulare, impiegano millisecondi. In pratica, il tempo per l'ok al tornello di ApplePay è superiore di molto allo standard della Oyster (300 millisecondi di risposta) e delle carte contactless (che al massimo ne richiedono 500).


Il dispositivo di Barclaycard bPay band è stato testato a Londra

Paga con ApplePay
Apple scrive di aver anche lanciato il bottone "paga con ApplePay" per acquisti in app su una serie di applicazioni di mobile commerce. Come Zara e just eat per esempio. Nello stesso giorno queste app hanno rilasciato nuove build sull'Apple Store dichiarando a grandi lettere di aver attivato ApplePay. Ma provando a fare acquisti su entrambe non ne ho ancora trovato traccia. Riproverò.

Comunque è interessante la strategia integrata mobile, remote e proximity payments, cioè la possibilità non solo di pagare in negozio, ma anche via app. Niente di nuovo sembrerebbe, se si pensa che la stessa idea è già utilizzata da PosteMobile in Italia.

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