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Il cibo del futuro fa bene alla salute OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

Tra circa 10 anni sulle nostre tavole troveremo cibi più salutari e consumeremo meno proteine di origine animale. A lavorare su quello che sarà il “cibo del futuro” sono specialmente l’ingegneria genetica e la genomica. Che cosa sono? E cosa si mangerà nel prossimo futuro? OfNews affronta il tema con l’aiuto di Roberto Tuberosa, professore di Biotecnologie Vegetali presso l’Università di Bologna. Che svela in che modo cambierà l’alimentazione, e che conseguenze avrà sulla nostra salute

Il cibo del futuro fa bene alla salute

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Nel futuro, probabilmente entro i prossimi 10 anni, porteremo a tavola cibi più salubri, che avranno ripercussioni positive sulla nostra salute. Il merito va specialmente all’ingegneria genetica e alla genomica che offrono spunti molto interessanti per approcciarsi al tema della longevità. Ne ha parlato Roberto Tuberosa, professore di Biotecnologie Vegetali all’Università di Bologna, al Festival della Scienza Medica di Bologna, l’evento che, lo scorso maggio, ha seguito il filo rosso de “La Lunga Vita”.

Of: Partiamo dal titolo del suo intervento al Festival della Scienza Medica di Bologna: “Il cibo del futuro”. Che cos’è il cibo del futuro?
Tuberosa: Innanzitutto fisserei un timing di 10 anni, un arco temporale che ci permetta di formulare previsioni attendibili. Il cibo del futuro dovrà soddisfare le nuove esigenze alimentari e i cambiamenti di dieta: meno proteine di origine animale in Europa, ma molte di più in India, Cina ed altri paesi dove aumenta il benessere. Inoltre nel 2050 ci saranno altri due miliardi di nuove bocche da sfamare, per lo più nei paesi in via di sviluppo. Per soddisfare le esigenze alimentari dell’umanità, ed assicurare quindi un livello adeguato di “Food Security”, nei prossimi 30 anni, la FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, stima che sarà necessario aumentare del 60% la produzione primaria delle principali colture, soprattutto i cereali. Il raggiungimento di questo obiettivo non potrà prescindere dalla ricerca sulle piante e dall’innovazione varietale, oggi resa più efficace grazie ai progressi conseguiti nello studio dei genomi delle piante e nella loro manipolazione con la Mas (selezione assistita con marcatori) e tramite l’ingegneria genetica.

Of: Questo vuol dire che il cibo del futuro sarà molto differente rispetto a quello che mangiamo oggi?
Tuberosa: Non mi aspetto novità sconvolgenti. Non dobbiamo ad esempio associarlo con il cibo in pillole. Se penso a un tipico pranzo di Natale, ritengo rimarrà molto simile a quello di adesso, utilizzando però materia prima vegetale con migliori caratteristiche salutistiche, ad esempio maggior contenuto in antiossidanti e micronutrienti, composizione in acidi grassi, di maggiore qualità, come il contenuto proteico, e maggiore salubrità, come l’assenza di micotossine ed altre molecole nocive per la nostra salute.

Of: Il cibo del futuro migliorerà quindi la nostra salute?
Tuberosa: Sì. Mi chiede in che misura? Difficile definirlo adesso. Esperimenti condotti con ceppi particolari di topi la cui dieta includeva estratti di pomodori transgenici con un gran quantitativo di antocianine, potenti antiossidanti, hanno evidenziato un significativo aumento della longevità degli animali sottoposti a questa dieta rispetto ad animali alimentati con gli stessi pomodori ma non transgenici e quindi con un contenuto molto basso in antocianine. Rimane da appurare se e in che misura analoghi effetti benefici sulla longevità si potranno avere anche per l’uomo.

Of: Lei ha menzionato ingegneria genetica e genomica. In cosa si differenziano?
Tuberosa: Mentre la genomica utilizza la variabilità genetica esistente all’interno di ogni singola specie, l’ingegneria genetica consente di creare piante con funzioni prima assenti in quella determinata specie. Le faccio l’esempio del Golden Rice, un riso transgenico capace di accumulare il beta-carotene, il precursore della vitamina A, indispensabile per il nostro benessere. Normalmente il riso non è in grado di sintetizzare il beta-carotene in quanto non possiede i geni per sintetizzarlo. Nei paesi dove la dieta si basa prevalentemente sul consumo di riso, come India, Indonesia, Filippine, è quindi frequente la carenza di vitamina A che nell’infanzia può portare alla cecità e anche alla morte, entrambe evitabili con una alimentazione basata sul Golden Rice.

---- Of: Il riso transgenico potrebbe quindi prevenire le terribili conseguenze di questa carenza vitaminica?
Tuberosa: Esattamente. Tuttavia, nonostante 15 anni di rigorosissimi test non abbiano evidenziato alcun rischio per la salute umana, al momento il consumo del Golden Rice rimane allo stadio sperimentale, fornendo quindi un bell’esempio di come anche la mancata adozione di una innovazione alimentare possa comportare gravissime conseguenze sanitarie.
Un ulteriore esempio è fornito dagli acidi grassi Omega-3, noti per proteggere da malattie cardiovascolari e anche neuropsichiatriche e presenti in grande quantità nel pesce. Le piante non possono sintetizzare questi acidi grassi in quanto sprovviste dei due enzimi richiesti. Poiché le risorse ittiche disponibili sono insufficienti a soddisfare la crescente domanda di Omega-3, tramite ingegneria genetica è stata creata una varietà di soia in grado di produrre tali acidi grassi grazie all’inserimento dei due geni chiave.

Of: E la genomica invece, cosa è in grado di fare per aumentare la longevità?
Tuberosa: La genomica è un insieme di tecniche in grado di valorizzare al meglio la variabilità genetica (la cosiddetta biodiversità) presente all’interno di ogni singola specie. La genomica, attraverso lo studio ed il sequenziamento dei genomi ci consente di selezionare piante migliorate per quanto riguarda la produttività ed anche per il profilo nutrizionale e salutistico. Ad esempio, in alcuni laboratori, anche italiani, si sta lavorando per ottenere nuove varietà di frumento in grado di fornire farina con una diversa composizione dell’amido (es. rapporto tra amilosio ed amiloptectina, le due molecole che compongono l’amido) il cui consumo sotto forma di pasta e pane può ridurre l’incidenza di malattie croniche come il diabete, l’obesità, il cancro e le malattie cardiovascolari. Stiamo quindi parlando di alimenti funzionali e dei loro effetti diretti o indiretti sulla nostra salute ed il nostro benessere. Evidenti i benefici per quanto riguarda la qualità della vita e la nostra longevità.

Of: Mi faccia un esempio.
Tuberosa: Parliamo di “Food Safety”. E ricordo che a Parma ospitiamo l’EFSA (European Food Safety Agency) la massima autorità Europea in materia di sicurezza alimentare. Per rispondere alla sua domanda porto come esempio la contaminazione da micotossine, molecole naturali molto pericolose per la nostra salute per via dei comprovati effetti cancerogeni e teratogeni. Le micotossine vengono prodotte dal fusario, il fungo che attacca alla fioritura ed alla maturazione le piante dei cereali. Oggi si utilizza la Mas in tutto il mondo per selezionare piante più resistenti all’attacco del fusario e che, come tali, producano granella con un contenuto in micotossine notevolmente ridotto ed al di sotto della soglia fissata dal Ministero della Sanità.

Of: Quindi genomica e ingegneria genetica possono migliorare realmente la qualità di vita?
Tuberosa: Esatto. Personalmente non mi interessa vivere fino ai 100 anni se questo significasse arrivarci in condizioni deplorevoli! Oltre che di qualità e salubrità degli alimenti occorre però parlare anche di quantità. Perché se la longevità aumenterà, parallelamente aumenterà anche la richiesta di cibo, soprattutto nelle nazioni in via di sviluppo. L’aumento di alimenti di origine animale porterà un notevole aumento nella richiesta di prodotti di origine vegetale. Pensi che per produrre un chilo di carne bovina sono richiesti 8 chili di mais che a loro volta richiedono più di 10.000 litri di acqua. Si dovranno quindi selezionare nuove varietà più produttive e più efficienti ad esempio per il consumo idrico e di fertilizzanti. La genomica ci consente di identificare i geni che controllano queste caratteristiche. E’ quanto stiamo facendo nel nostro laboratorio.

Of: Può sembrare che tra questo scenario e la longevità non ci sia un nesso evidente. Eppure esiste?
Tuberosa: Le connessioni non sono immediate, ma ci sono. I collegamenti più diretti intrattenuti con la longevità riguardano comunque la salubrità e la qualità del cibo. Gli esempi che ho riportato indicano come l’alimentazione influisce sulla longevità. Le piante possono essere utilizzate come un laboratorio per “aiutarla” e aiutarci, per garantirci una salute migliore. Mi viene in mente subito un altro esempio. Tra le cure sperimentate per debellare l’Ebola, è stato utilizzato un cocktail di vaccini in grado di combattere gli effetti del patogeno. Il cocktail conteneva anche una proteina ottenuta dal tabacco transgenico.

Of: A proposito di laboratorio e ricerca, quali sono, in questo campo, gli studi più promettenti nel settore della genetica delle piante?
Tuberosa: Sicuramente quelli resi possibili dall’editing del DNA, una tecnica messa a punto recentemente che consente di cambiare i nucleotidi, le “lettere” del DNA che compone i geni. L’editing del DNA consente quindi di cambiare il linguaggio con cui si esprimono i geni. È una tecnica, che negli Stati Uniti è stata giustamente catalogata come non OGM. L’Europa però non si è ancora espressa e mi auguro che lo faccia il prima possibile. L’innovazione deve andare avanti anche perché il resto del mondo non ci aspetterà.

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