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Bilancio di metà Expo. Le ragioni per andarci (o ritornarci) OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

Sono trascorsi 3 mesi dell’apertura. Ed è tempo di fare un resoconto. Ad esempio: cosa vale realmente la pena vedere? OfNews ha selezionato 10 siti da non perdere. Il Padiglione Zero, quello introduttivo al tema. La Corea del Sud, a forma di Vaso Luna. Il Kazakhstan, con il suo acquario e Palazzo Italia, il più grande. E poi Ecuador, Svizzera, Austria, Germania, Marocco e Giappone. Ecco perché sono i migliori

Bilancio di metà Expo. Le ragioni per andarci (o ritornarci)

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E i padiglioni delle banche

6,1 milioni di persone, secondo i dati ufficiali, hanno già visitato Expo nei primi due mesi dall’apertura. Se non siete tra questi, o avete intenzione di tornarci, ecco una guida pratica su come passare una giornata intera all’interno del sito espositivo, anche ad agosto.

In occasione del giro di boa dei primi 3 mesidi Expo, OfNews ha scelto di fare un punto della situazione. E ha selezionato i 10 padiglioni da non perdere, avendo però pazienza perché l’attesa per visitarli può essere anche di un’ora o più. E i migliori ristoranti, street food e bar in cui prendersi una pausa assaggiando cibi mai provati prima, come l’hamburger di coccodrillo.

Senza dimenticare consigli su come acquistare i biglietti, anche a prezzo scontato, sui parcheggi più comodi, sugli spettacoli da visitare anche con i bambini, su dove prelevare e dove poter rifocillarsi con una fresca bottiglia d’acqua.

I 10 padiglioni da non perdere. Vedi la video gallery in OfTravel.

Padiglione Zero
La visita di Expo non può non partire dal Padiglione Zero, che si trova proprio di fronte all’ingresso di Triulza ed è riconoscibile dalla scritta sulla facciata Divinus halitus terrae, cioè respiro divino della terra. Il percorso vuole riprodurre un viaggio nella storia dell’uomo, soffermandosi principalmente su alimentazione e agricoltura. La prima sala assomiglia a un’antica biblioteca in legno ed è l’Archivio della Memoria.

Si prosegue poi con la proiezione di La pastorale Cilentana, cortometraggio di Mario Martone nella stessa area in cui è presente un grande albero di 23 metri che vuole mostrare la supremazia della natura sull’uomo fuoriuscendo dal tetto del padiglione con tutta la sua chioma.
La sala successiva ospita una grande parete illuminata con i principali semi coltivati nel mondo e i prodotti che ne derivano.

Passando poi per la sala degli strumenti, con cinquanta reperti archeologici come vasi e anfore e per la sala che mostra gli effetti della rivoluzione industriale sull’ambiente si arriva alla Borsa mondiale del cibo, un maxischermo di 20 metri che mostra le oscillazioni del prezzo dei cibi.

Corea del Sud
Proseguendo lungo il decumano si arriva al padiglione della Corea del Sud, completamente bianco all’esterno, la cui struttura architettonica è ispirata al Vaso Luna, una ceramica tradizionale che assomiglia alla luna piena e in cui si conservano i cibi fermentati.

Incentrato sul tema dell’Hansik, il cibo del paese il padiglione ospita già al suo esterno una serie di installazioni, come quella comporta da tantissimi barattoli per indicare il consumo eccessivo di cibo in scatola. La domanda che si pone al visitatore è “quali cibi dobbiamo scegliere e prendere d’ora in poi?” e infatti nella prima sala su una parete bianca compaiono, in diverse lingue, i nomi di alcuni piatti tipici. E si prosegue in diverse sale con installazioni che rappresentano “come mangiamo” e “come nutrire il mondo”, ad esempio quella di antiche giare dove i coreani conservano il cibo e schermi che proiettano le stagioni del paese, con pioggia, neve e foglie autunnali che cadono.

---- Kazakhistan
Si arriva poi a uno dei migliori padiglioni, e anche quello in cui le code possono arrivare anche a un’ora, ma grazie ai nebulizzatori esterni durante l’attesa il caldo estivo si sente meno. Si tratta del Kazakhistan, che ospiterà nel 2017 “l’Expo intermedio” dedicato all’energia del futuro. La visita inizia con la presentazione da parte di un’artista della storia del paese attraverso immagini fatte di sabbia colorata.

Si passa poi a una sala suddivisa in sei tappe: la scienza agronomica, le risorse naturali, l’uso dell’acqua, le nuove tecniche agricole sostenibili e l’acquacultura.
Tra le particolarità del padiglione ci sono l’acquario con gli storioni del Caspio, da cui si ricava il famoso caviale, un’installazione che emana profumo di tulipani selvatici e una sala 3D per la visita virtuale della prossima Esposizione.

Palazzo Italia
Imboccando il cardo, che porta all’Albero della Vita è subito ben visibile il Palazzo Italia, il padiglione più grande di tutta l’Esposizione, che con la sua architettura vuole ricreare una foresta urbana.
Lo spazio si apre con una grande piazza interna e una scalinata che porta ai quattro piani superiori.

Il primo piano è dedicato alla Potenza del Saper Fare in cui attraverso dei video 21 personaggi raccontano storie di impresa, arte e manualità.
Il secondo è sulla Potenza della Bellezza in cui vengono presentati 21 panorami e 21 capolavori architettonici che raccontano la bellezza dell’Italia ma gli schermi televisivi presenti trasmettono anche le immagini di diversi disastri naturali. Ed entrando nella disaster chamber, prima buia e poi con luci intermittenti e rumori fastidiosi, si vuole trasmettere l’angoscia dello stress quotidiano provato dalle persone.

Il terzo piano rappresenta la Potenza del Limite, con 21 storie di impresa agricola, agroalimentare, artigianale con video che spiegano, ad esempio, come far crescere i funghi usando i fondi del caffè o come coltivare il basilico sott’acqua.
L’ultimo piano è la Potenza del Futuro e viene raccontata attraverso orto di 21 piante che rappresentano le regioni italiane e coltivate nel terreno tipico di ciascuna.

Il Palazzo Italia ospita anche una mappa dell’Europa in cui manca l’Italia. Una voce, anticipata da una sirena, si chiede come sarebbe il mondo se non ci fosse stato il nostro Paese, mentre vengono proiettate le bellezze architettoniche, culturali e gastronomiche che contraddistinguono il nostro paese.

---- Ecuador
Ritornando sul decumano si può visitare l’Ecuador, padiglione coloratissimo all’esterno formato da tantissime catene. Il paese partecipa per la prima volta a un Expo con un padiglione self-built, con il tema “viaggio al centro della vita” , che vuole ricordare la posizione centrale rispetto al pianeta del paese. Infatti, al suo interno, in una stanza buia, si nota sul pavimento una grande linea rossa che vuole mostrare come il paese sia diviso in due parti dall’Equatore.

Con postazioni interattive, nella prima area si possono vedere i diversi paesaggi che contraddistinguono il paese mentre nella seconda i suoi prodotti tipici e avvicinandosi è possibile sentirne l’odore. La terza tappa vuole essere uno spazio di riflessione, ricco di immagini e suoni, in cui il visitatore si può riposare e può ripensare a quanto visto. L’ultima area è composta da un negozio e un ristorante.

Svizzera
Quello che caratterizza il padiglione svizzero sono le sue quattro torri, piene di sale, acqua, caffè e mele, a cui i visitatori possono accedere attraverso degli ascensori per prendere ciò che vogliono. Quello che vuole trasmettere, anche con la grande scritta esterna “ce n’è per tutti?” è che un uso improprio ed eccessivo delle materie prime potrebbe portare all’esclusione di altre persone che vengono dopo.
Infatti, man mano che le quantità diminuiscono le torri si svuotano e le piattaforme su cui poggiano, visibili anche dall’esterno, si abbassano modificando l’aspetto del padiglione.

La visita alle torri è su prenotazione ed è possibile prenotare il biglietto sul sito del padiglione svizzero, selezionando l’ora, per una durata della visita di circa 15 minuti.
La struttura comprende anche la Casa Svizzera, sul tema dell’acqua, un’esposizione interattiva della Nestlè e un percorso sul rapporto tra alimentazione e cervello.

Austria
Più che un padiglione è un caratteristico bosco austriaco in cui si può entrare per rinfrescarsi, perchè grazie evotraspirazione delle piante la temperatura è di qualche grado, circa 5, inferiore rispetto all’esterno.
Delle scritte led inviato il visitatore a respirare ed apprezzare l’aria come quella che compare subito dopo l’ingresso, “breath”, “respira” in inglese che dà anche il nome al padiglione, che man mano che si prosegue si perde alcune lettere lasciando spazio alla parola “eat”, “mangia”.

Il funzionamento del microclima del padiglione viene spiegato attraverso dei messaggi sulle pareti e con altre scritte al neon come “Nature reloaded”, la natura si ricarica, e “We grow air”, noi produciamo aria.

---- Germania
Durante l’attesa, perché anche in questo padiglione non mancano le code, si riceve foglio pieghevole interattivo, chiamata seedboard, che serve per interagire con le installazioni all’interno del “mio giardino di idee” e ottenere maggiori informazioni multimediali.
Ed è presente una mostra, allestita su due piani, che affronta temi legati alla terra, all’acqua, al cibo, al clima e alla biodiversità. E in cui si può vedere anche un’istallazione ispirata a un supermercato che invita ad acquisti consapevoli.

Di grande impatto lo show finale Be(e) active: un volo sui paesaggi tedeschi, attraverso 3.000 schermi, dalla prospettiva di due api in volo, il cui movimento è diretto da un direttore di orchestra. E per chi non vuole fare scale, per uscire dal padiglione si può usare un grande scivolo.

Marocco
Il padiglione ricorda un’antica cittadella fortificata araba, con un giardino mediterraneo con ulivi, palme e aranci.
Al suo interno, invece, ogni sezione è un viaggio sensoriale dedicato a un clima e un paesaggio del Marocco. Si inizia con una stanza blu in cui vengono proiettate immagini della città blu del paese, Chefchaouen, per poi passare a quella dedicata ai paesaggi tipici della parte mediterranea e atlantica. Si passa poi al Centro del paese, il bacino idrico, con immagini e profumi di frutta e olive e una cascata multimediale.

La sala successiva è dedicata alla catena montuosa dell’Atlante, zona più fresca del padiglione, e poi all’Oceano Atlantico, area composta da grandi alghe che fanno sembrare di essere in fondo al mare e avvicinandosi si possono sentire i rumori del mondo sottomarino.
Infine si entra nel Grande Sud, con il deserto fatto di finte dune di sabbia e un grande ventilatore che fa uscire aria molto calda.

Giappone
È uno dei padiglioni più apprezzati, con code che possono superare l’ora, ma all’esterno è ben visibile il tempo di attesa per potersi organizzare al meglio. Il Giappone ha creato un padiglione composto da 17.000 pezzi di legno incastonati in modo da poter far entrare la luce del sole e ospita al suo interno un ristorante di dieci tavoli in cui sedersi per fare un pranzo virtuale.

Il tour del padiglione, accompagnato da guide, è di circa 50 minuti e per effettuarlo al meglio è possibile scaricare un’app sul proprio smartphone in modo da interagire con le installazioni. Il percorso inizia con un video di presentazione di alcune tipiche stampe giapponesi che rappresentano le quattro stagioni per poi proseguire in una stanza buia con pareti a specchi in cui vengono proiettare le immagini delle risaie.

Si arriva poi alla Cascata della diversità, che simula dell’acqua che cade dal soffitto e contiene informazioni sui cibi e la cultura alimentare giapponese. Toccando le immagini le informazioni vengono inviate al proprio cellulare.

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