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I costi veri di un conto corrente? Occhio a ICC, FID e SOF OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

Sono gli acronimi dei nuovi strumenti voluti da Banca d’Italia per consentire ai consumatori di avere maggiori informazioni. Il primo è l’Indicatore dei Costi Complessivi, per favorire il confronto con altre offerte prima di scegliere quale sottoscrivere. FID e SOF sono due nuovi documenti relativi agli effettivi costi di un conto corrente, non solo legati al canone ma anche ai servizi aggiuntivi. Ecco nel dettaglio cosa cambia

I costi veri di un conto corrente? Occhio a ICC, FID e SOF

Prima, per sapere tutto di un conto corrente, e magari confrontarlo con altri, c’era l’ISC. Per simulare il costo medio aveva 6 tipologie di clientela (giovani, famiglie con operatività bassa media o elevata, pensionati con operatività bassa o media), e sulla base di queste sommava i costi fissi (le voci di spesa che il consumatore dovrebbe comunque sostenere per il solo fatto di aver sottoscritto il conto) e quelli variabili (spese e commissioni che il cliente sostiene in relazione alla sua operatività sul conto).

Dal 1° gennaio 2020, in base al provvedimento di Banca d’Italia sulla “Trasparenza delle operazioni e dei servizi bancari e finanziari - correttezza delle relazioni tra intermediari e clienti”, l’ISC è sostituito dall’Indicatore dei Costi Complessivi (ICC), a cui si aggiungono due nuovi documenti: il FIDSOF (Statement of fees), chiamati anche rispettivamente “Documento informativo sulle spese” e “Riepilogo delle spese”, imposti dalla Unione europea. Cosa è cambiato? Il cliente sta meglio o peggio di prima? A una prima analisi il giudizio deve essere cauto. Innanzitutto il meccanismo di simulazione del nuovo ICC è praticamente analogo al vecchio ISC. Non cambia niente: le simulazioni del costo medio sono identiche. Restano invariati i profili di utilizzo, sono incluse le stesse operazioni, in egual numero, e il calcolo per l’ISC e per l’ICC è lo stesso. C’è però da notare una maggiore snellezza e completezza delle informazioni sia nel FID che nel SOF (soprattutto in questo), rispetto alla mole dei tradizionali fogli informativi. Ma vediamo in dettaglio.

A cambiare, in realtà, è il modo in cui la banca deve comunicare al cliente il costo del conto corrente e dei servizi accessori. Il FID, che si può trovare nelle sezioni “Trasparenza” dei siti delle banche, insieme ai fogli informativi, include le spese per ciascun servizio collegato al conto. Mentre il SOF riporta il dettaglio delle spese sostenute dal singolo correntista, è quindi personalizzato e viene fornito insieme all’estratto conto periodico.

Ipotizzando un utente alla ricerca di un nuovo conto, che voglia confrontare i costi prima della sottoscrizione, è proprio sul FID, reperibile online o in filiale, che deve fare affidamento. Questo documento è più breve rispetto al vecchio foglio informativo, spesso di difficile lettura perché di molte pagine, e contiene alcune novità (inserite anche all’interno dei fogli informativi). In entrambi, infatti, viene ora riportata la dicitura “Canone annuo per tenuta del conto” che include: il canone mensile del conto, l’imposta di bollo da 34,20 euro e le spese contabili relative al canone e al bollo. Si ricorda, però, che questa imposta di bollo non è dovuta se la giacenza media non supera i 5.000 euro. Così, ad esempio, XME Conto di Intesa Sanpaolo riporta un canone annuo di tenuta conto di 106,20 euro. Di questi, 72 euro si riferiscono al canone annuo di base del conto (al netto di eventuali promozioni) e 34,20 euro all’imposta di bollo.

Tutti i fogli informativi, inoltre, vengono ora divisi in due sezioni. La prima riguarda le spese fisse. Qui, oltre al canone, si trovano informazioni sui costi delle carte di pagamento, dell’home banking, del rilascio del modulo assegni. La seconda sezione, relativa alle spese variabili, include voci di costo come l’estratto conto, i prelievi, i bonifici. Restano visibili nel foglio informativo anche informazioni relative ai fidi e a eventuali altri costi significativi che il cliente potrebbe sostenere, come ad esempio il costo di assegni protestati o dei servizi per i pagamenti mobile.

Anche nel comunicare il costo delle singole operazioni vi sono alcune modifiche. Se il conto corrente non include operazioni illimitate online e allo sportello, viene fornito il costo complessivo che comprende anche la spesa necessaria per svolgere una determinata operazione. Ecco un esempio: un bonifico allo sportello disposto da un correntista di Banca Sella con conto online Websella verso un conto di un’altra banca ha un costo di 9 euro. Così composto: 4 è il costo per la disposizione del bonifico mentre 5 euro è l’importo applicato a qualsiasi operazione svolta allo sportello e viene riportata dalle banche con la dicitura “spese di scritturazione contabile” o “commissione aggiuntiva allo sportello”.
In precedenza, invece, questi 5 euro venivano riportati una sola volta nel foglio informativo, con diciture come “spese operazioni non incluse nel canone” e non sommate a ogni singola voce di costo.

Ciò che emerge da un confronto tra foglio informativo e FID è che nel secondo vengono principalmente segnalati i costi standard relativi a canone, operazioni e servizi aggiuntivi. Per conoscere, invece, eventuali promozioni come le riduzioni sul canone (per esempio con il possesso di altri prodotti o servizi) o sconti legati a specifiche operazioni (ad esempio un numero di prelievi gratuiti al mese per poi passare a pagamento) è ancora necessario consultare il “vecchio” foglio informativo.

Al momento la maggior parte delle banche analizzate da OF Osservatorio Finanziario nel DB Prodotti Bancari (26 in totale per 77 prodotti) propone già per i conti correnti sia il foglio informativo aggiornato sia il FID. In alcuni casi, invece, i fogli informativi risultato ancora non aggiornati oppure ancora contenenti la vecchia tabella relativa agli ISC.

Si segnala, inoltre, che i due nuovi documenti previsti da Banca d’Italia e il nuovo Indicatore Costi Complessivi, sono validi non solo per i conti correnti ma anche per le carte conto. Cioè quelle prepagate che dispongono di un codice Iban, proprio come un tradizionale conto, per inviare e ricevere bonifici oppure per la domiciliazione delle utenze. In questo modo, le carte conto vengono quindi considerate come “conti di pagamento”. Per capire cosa cambia per questi strumenti OF Osservatorio finanziario pubblicherà a breve un articolo.

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