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L’arte torna protagonista a Venezia. Cosa vedere alla Bien... OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

Oltre 1400 opere di 213 artiste e artisti. 80 partecipazioni nazionali. La Biennale d’Arte di Venezia torna nel 2022 con un’edizione intitolata “Il latte dei sogni”. Per la prima volta saranno presenti paesi come il Sultanato dell’Oman e la Namibia. E si potranno ammirare le installazioni degli artisti emergenti più promettenti anche negli oltre 30 eventi collaterali in programma nel centro storico

L’arte torna protagonista a Venezia. Cosa vedere alla Biennale e in città

Dal 23 aprile al 27 novembre 2022 torna a Venezia la Biennale d’Arte, giunta alla 59ma edizione. La mostra internazionale ha come titolo “Il latte dei sogni/The Milk of Dreams” ispirandosi al libro della scrittrice surrealista Leonora Carrington nel quale viene descritto un mondo magico dove, come spiega la curatrice Cecilia Alemani, “la vita è costantemente reinventata attraverso il prisma dell’immaginazione e nel quale è concesso cambiare, trasformarsi, diventare altri da sé”.

Negli storici Padiglioni ai Giardini e all’Arsenale saranno esposte oltre 1400 opere di 213 artisti contemporanei ed emergenti provenienti da 58 nazioni. E in giro per la città sono in programma più di 30 eventi collaterali.

I padiglioni

Saranno 80 le partecipazioni nazionali nei diversi padiglioni. Quello dell’Italia, sostenuto dal Ministero della Cultura, è stato per la prima volta assegnato a un unico artista, Gianmaria Tosatti, attualmente direttore della Quadriennale di Roma. Al suo interno si potrà ammirare “Storie della notte e destino delle comete”, grande opera site-specific che occuperà interamente gli spazi delle Tese delle Vergini e che racconterà il rapporto tra uomo e natura.

Per la prima volta, alla Biennale di Arte, parteciperanno cinque paesi: Sultanato dell’Oman, Repubblica del Camerun, Namibia, Nepal e Uganda.
La Namibia, ad esempio, propone il progetto “The Lone Stone Men of the Desert” con una serie di sculture in pietra e ferro apparse alcuni anni fa nel deserto del Namib, il più antico del mondo.

Tra i padiglioni che vale la pena visitare ci sono quello di Israele, con un lavoro “multidimensionale”che affronta il tema dell’appropriazione culturale con fotomontaggi di grandi dimensioni e un’installazione sonora, e quello del Brasile che racconta le espressioni della lingua brasiliana che fanno riferimento al corpo, per esprimere i sentimenti.

Nel padiglione della Danimarca, invece, i visitatori entreranno in un’installazione immersiva che conduce a un mondo iper realistico dove l’antica vita contadina danese si fonde con fenomeni futuristici.

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