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Venti di guerra. Bond bancari vs depositi OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

Uno, due, tre. Le mail Of si infittiscono. Quattro, dieci, venti. Tutte contengono lo stesso quesito: le obbligazioni bancarie sono come un conto di deposito, solo più remunerative? Il dubbio nasce perché presso alcune filiali i bond vengono offerti come alternativa al conto. Of ha indagato e ha scoperto che…

Venti di guerra. Bond bancari vs depositi

Simone P., 47 anni, impiegato, ha moglie e 3 figli, una casa ancora da finire di pagare e un po’ di risparmi da parte sul conto corrente. Visti i tempi che corrono, la crisi, l’incertezza del lavoro, ha deciso di guardarsi intorno in cerca di un prodotto di liquidità. Per far fruttare le giacenze attualmente sterili su un conto a zero rendimento, e guadagnarci qualcosa. Così, si è recato in banca e ha chiesto informazioni sulla possibilità di sottoscrivere un conto di deposito. Ma il bancario gli ha offerto le obbligazioni. Perché, ha detto, la banca ha a catalogo qualcosa di meglio dei depositi remunerati, e cioè i bond bancari. Perché, ha sottolineato, sono praticamente la stessa cosa. Con la differenza, però, ha concluso, che le obbligazioni garantiscono un tasso di interesse maggiore. E sono, a suo dire, egualmente sicure.

“È una cosa che capita spesso purtroppo”, spiega Riccardo Cesari, Professore ordinario di Matematica Finanziaria dell'Università di Bologna, “il fatto è che in merito ai bond bancari si riscontra talvolta mancanza di informazione. Non sono prodotti di liquidità ma veri e propri prodotti di investimento. E come tali comportano rischi maggiori per gli investitori che vanno tenuti presente al momento della sottoscrizione”.

E, infatti, sui siti degli istituti di credito, sulla stampa quotidiana, sui cartelloni esposti in strada si moltiplicano annunci pubblicitari di emissioni obbligazionarie con tassi che fanno concorrenza, e a volte surclassano, quelli dei conti di deposito. Arrivando a superare anche il 5% lordo su periodi di tempo intermedi che, di norma, si aggirano intorno ai 5, 6 o 7 anni. Un po’ di più rispetto ai depositi che arrivano al massimo a vincoli di 24 mesi, anche se la maggior parte delle sottoscrizioni privilegia le scadenze a 12. Ma sempre meno dei libretti postali, che per rendere qualcosa in più dell’1% richiedono l’immobilizzo delle somme per anche 20 anni. A meno che non intervenga l’inflazione a rimangiarsi tutto il guadagno.

Of-Osservatorio finanziario ha fatto il punto sui nuovi prodotti finanziari pubblicizzati o appena lanciati dagli istituti di credito. Mettendo a confronto i rendimenti dei conti di deposito con quelli garantiti dalle obbligazioni bancarie. E analizzando i pro e i contro di ciascun prodotto, i rischi, le caratteristiche e i parametri da valutare per evitare, alla scadenza, spiacevoli sorprese.

I rischi delle obbligazioni
“Essendo prodotti di investimento a tutti gli effetti, le obbligazioni bancarie comportano un rischio emittente che si verifica in caso di default dell’istituto di credito che le ha emesse”, osserva Cesari, “in questo caso, infatti, la banca non potrebbe rimborsare al sottoscrittore né gli interessi maturati né il capitale versato. Ma, soprattutto, va considerato che le obbligazioni subiscono i rischi dei movimenti dei tassi d'interesse e le variazioni del merito di credito (rating) dell’emittente. Questo significa che, alla scadenza dell’emissione, ci si può trovare con un rendimento nullo, o addirittura con un capitale inferiore rispetto a quello investito in origine. E, purtroppo, le probabilità che questo si verifichi, in alcuni casi, sono anche molto consistenti”.

Fino a non molto tempo fa ci pensava il prospetto informativo Consob, la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, che imponeva a tutti gli istituti di credito di calcolare la probabilità di rendimento negativo di ciascuna emissione rilasciata sul mercato. Così, al momento della sottoscrizione si poteva già avere una stima percentuale e probabilistica circa la possibilità di andamento negativo del bond in questione. Oltre ad una previsione relativa alla percentuale di capitale investito che eventualmente si sarebbe potuta perdere nel caso in cui si verificasse effettivamente un andamento negativo.
“Così, per esempio, il prospetto che la Consob fece compilare a BPM in merito all’emissione Convertendo BPM 2009-2013, indicava una probabilità del 68,5% di dare un rendimento negativo, nell’ordine del -40%, in capo a 3 anni”, esemplifica Cesari, “cosa che si è purtroppo realizzata in meno di un anno dall’emissione”. A partire dall'inizio del 2011, però, la Consob ha smesso di chiedere questo tipo di analisi agli emittenti dei bond. Ecco perché il prof. Cesari ha analizzato 10 titoli obbligazionari con le stesse tabelle di calcolo utilizzate fino allo scorso anno dalla Consob (vedi tabella sotto). E ha scoperto che, tra quelle poste sotto osservazione, l’obbligazione più rischiosa è UBI 2018 subordinato tasso misto, emessa da UBI Banca, con il 43% di probabilità di rendimento negativo, pari ad una perdita di capitale del 57,8%. Mentre con Barclays 2016 cap index linked di Barclays Bank si ha solo il 14% di probabilità di perdere il 58,2% del patrimonio investito all’emissione.

Obbligazioni bancarie a confronto

Titolo Costi dichiarati Costi effettivi Probabilità rendimento negativo Perdita attesa
UBI 2018 subordinato tasso misto 3.91% 18.10% 43.0% -57.8%
IMI 2017 basket barrier 6.56% 11.28% 34.7% -47.5%
Popolare 2017 cap e floor con spread 3.65% 17.29% 41.5% -46.1%
BPM 2014 step-up 7.92% 10.92% 23.5% -56.2%
Unicredit 2017 cap e floor 3.79% 12.93% 30.9% -45.5%
Morgan Stanley 2016 double inflation linked 0.00% 5.07% 21.2% -49.5%
RBS 2016 floor inflation linked 6.00% 12.22% 26.0% -52.3%
Macquarie 2017 basket worst barrier 2.50% 15.3% 23.7% -58.9%
UBS 2016 fixed Mib index linked 0.00% 8.71% 9.9% -53.4%
Barclays 2016 cap index linked 5.00% 10.72% 14.1% -58.2%
Dati elaborati da:
Riccardo Cesari, Professore ordinario di Matematica Finanziaria dell'Università di Bologna


Continua... ---- “Infine, vi è un altro rischio sotteso all’acquisto di obbligazioni bancarie”, conclude Cesari, “ed è relativo alla dissonanza tra costi dichiarati e costi effettivi. Spesso, infatti, sui prospetti informativi forniti ai piccoli risparmiatori non è indicato l’ammontare complessivo dei costi impliciti relativi all’emissione, con il rischio di trovarsi a pagare prezzi molto elevati per acquistare il titolo”. Dalla tabella realizzata dal prof. Cesari, infatti, emerge che UBI 2018 subordinato tasso misto di UBI Banca dichiara spese nell’ordine del 3,91%, mentre i costi effettivi si aggirano intorno al 18,10%. Anche il prestito obbligazionario Popolare 2017 cap e floor con spread, emesso da Banco Popolare, mostra una forbice notevole tra prezzo dichiarato (3,65%) e prezzo effettivo (17,29%). Mentre l’istituto di credito più virtuoso risulta essere BPM, che segnala costi quasi allineati con gli oneri effettivi (7,92% euro contro il 10,92%).

Quale prodotto scegliere, dunque? Meglio orientarsi sui conti di deposito per non incorrere in possibili perdite di capitale?
“Dipende dalla propensione al rischio di ciascun cliente”, interviene Alessandro Varaldo, Responsabile del Servizio Raccolta, Investimenti e Previdenza del Gruppo Intesa Sanpaolo, “la scelta va orientata in base alle caratteristiche di ciascun cliente, al suo profilo finanziario, alla sua propensione al rischio. I conti di deposito, in quanto prodotti di liquidità a tutti gli effetti, sono più sicuri e dunque adatti ad un pubblico con profilo di rischio molto contenuto. Le obbligazioni, invece, sono da considerarsi prodotti di investimento e dunque consigliabili a clienti disposti a rischiare un po’ di più per ottenere guadagni maggiori. Ecco perché è necessaria un' attenta analisi delle caratteristiche di investimento e finanziarie di ciascun potenziale investitore. In filiale viene fatta un'analisi dei bisogni del cliente (‘riserva’, ossia investimento di breve, ‘investimento’, ossia obiettivo di medio lungo termine) e del livello di diversificazione dei suoi investimenti. Sulla base del profilo di rischio, dell'obiettivo di rendimento, dell'orizzonte temporale e della composizione del suo portafoglio vengono proposte le soluzioni contenute nei portafogli consigliati. I portafogli, uno per ciascun profilo di rischio, contengono prodotti di liquidità (tra cui i depositi), obbligazionari (comprese le obbligazioni bancarie), assicurativi, di risparmio gestito e di previdenza”.

Prodotti a confronto: i conti di deposito
Quelli che rendono di più arrivano anche a superare la soglia record del 5%. Of-Osservatorio finanziario ha messo a confronto i conti di deposito liberi, senza scadenze di tempo prefissate, e quelli vincolati a periodi di breve e medio termine. Utilizzando come comun denominatore le scadenze annuali, previste da quasi tutto il campione analizzato. E ha scoperto che il rendimento più consistente sui 12 mesi è garantito da Banca Marche per Deposito Sicuro che arriva a offrire il 5,50% lordo (da qui in avanti tutti i tassi creditori saranno considerati al lordo della ritenuta fiscale) in promozione fino al 31 gennaio 2012 solo per nuovi clienti. Non supera il 4,60% Rendimax di Banca IFIS nella versione che riconosce gli interessi alla scadenza del vincolo. Mentre scende al 4,40% il rendimento previsto sempre da Rendimax per chi, invece, preferisce riscuotere gli interessi in anticipo.
Arrivano al 4,50% ContoSuIBL di IBL Banca, Contoforte.it di Mediocredito del Friuli Venezia Giulia, Time Deposit di Unipol Banca, Time Deposit di Creval e Conto Webank di Webank. Quasi tutti in promozione. Il rendimento di IBL Banca, infatti, è applicato a tutti i nuovi clienti a partire dal 1° gennaio, su giacenze di non più di 1.000.000 euro. Unipol Banca resta in offerta fino al 29 febbraio 2012 per investimenti minimi di 20.000 euro. Mentre Creval garantisce il 4,50% ai nuovi sottoscrittori di Time Deposit fino al 27 gennaio 2012 grazie ad una offerta di Natale pubblicizzata via Facebook. Anche se è necessario disporre un investimento minimo di 10.000 euro. Infine, Webank offre il 4,50% in promozione solo per nuovi clienti su tutte le durate, attivate entro il 15 aprile 2012.
Fineco Bank garantisce il 4,25% a chi sottoscrive CashPark Special e deposita in conto giacenze minime di 5.000 euro. Stesso tasso previsto da Banca Mediolanum che mantiene invariata la promozione fino al 29 febbraio per tutti i nuovi sottoscrittori di InMediolanum. E resta fisso sempre al 4,25%, ma solo fino al 31 gennaio 2012, anche il rendimento di Youbanking di Banco Popolare, a fronte però di investimenti minimi di 5.000 euro.

---- Tra i conti di deposito liberi il più remunerativo è il nuovissimo Rendimax Like di Banca IFIS, con un tasso del 4,25% per giacenze comprese tra 1.000 e 1.000.000 di euro. In pratica si tratta di un deposito a chiamata, cioè svincolabile in 33 giorni a scelta del cliente a patto di prenotare le somme in anticipo.
Crescideposito Più di Cariparma prevede un rendimento crescente nel tempo, fino ad un massimo del 4% in 24 mesi. L’investimento minimo iniziale è di 25.000 euro, i capitali sono svincolabili in qualsiasi momento senza penalizzazioni e senza necessità di mantenere una giacenza minima.
Banca Marche offre il 3,60%, sempre in promozione per nuovi clienti, a partire dal 1° gennaio 2012. Per ottenere il rendimento servono investimenti di almeno 5.000 euro mentre, sempre da gennaio, gli interessi vengono liquidati trimestralmente.
Arriva al 3,55% ContoSuIBL di IBL Banca per giacenze tra 1.000 e 1.000.000 di euro. L’interesse, solo promozionale, riconosciuto ai nuovi clienti che sottoscrivono il deposito entro il 31 gennaio 2012, resta valido per i primi 6 mesi di apertura del conto. Mentre a regime il tasso scende di oltre 1 punto percentuale e si assesta a quota 2,50%.
Segue con il tondo 3% ContoForte.it di Mediocredito del Friuli Venezia Giulia, per investimenti che vanno da un minimo di 10.000 a un massimo di 500.000 euro. Stesso rendimento garantito anche da IWBank per i sottoscrittori IWPower Deposito Special. Il tasso, in promozione fino al 30 aprile 2012, è applicato a giacenze a partire anche da 1 euro.

I bond bancari
L’ultima novità in ordine di tempo arriva da Intesa Sanpaolo che ha emesso una obbligazione a tasso fisso, in offerta dal 27 dicembre 2011 al 1° febbraio 2012, salvo chiusura anticipata, e investimento minimo iniziale di 20.000 euro, con valuta a partire dal 6 febbraio 2012 e scadenza fissata al 6 febbraio 2014. L’offerta, destinata solo a chi apporta nuova liquidità, ha durata a breve termine, 2 anni, e prevede uno stacco di cedola annuale fissa lorda al 5,80%.
“In pratica si tratta di un’obbligazione semplice (Plain Vanilla, non strutturata), caratterizzata da una struttura assimilabile a quella di un titolo di stato di pari scadenza (es BTP a 2 anni), con cedola annuale, ove il capitale è pari a 100 a scadenza e le due cedole annuali del 5,80% non mutano nel tempo”, spiega Varaldo (Intesa Sanpaolo), “in caso di vendita anticipata dell'obbligazione, il prezzo può variare sulla base dei cambiamenti dei tassi di mercato, in maniera similare ad un BTP a 2anni. Ecco perché è necessaria una corretta profilazione del cliente in fase di check-up finanziario”, continua Varaldo che chiarisce, “ è importante dare una spiegazione semplice dei rischi legati alle obbligazioni di breve durata, che sono contenuti ma esistono in caso di estinzione anticipata”.
A partire da metà dicembre Mediobanca ha lanciato nuove obbligazioni zero coupon a 6 anni, Mediobanca Atto Unico Zero Coupon (IT0004783046), cioè senza stacco di cedole intermedie e quotate sul mercato telematico di Borsa italiana (DomesticMOT) dal 12 dicembre 2011 al 12 dicembre 2017. Il rendimento, che dipende dal prezzo di acquisto sul MOT ed è calcolato sulla base del prezzo di emissione, cioè 66,635% del valore nominale, è attualmente pari al 7% annuo lordo.
Arriva a fine anno UBI Tasso Fisso 5 % Welcome Edition, emesso da UBI Banca (IT0004777568) il 30 dicembre 2011 e in scadenza al 30 giugno 2014. Con tasso fisso annuo del 5% lordo, e interessi liquidati in due cedole semestrali del 2,50% pagate in via posticipata al 30 dei mesi di giugno e dicembre di ciascun anno.

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