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SOMMARIO

I Piani di accumulo del capitale consistono nel versamento mensile, bimestrale o trimestrale di una somma prefissata, a partire da 100 euro. Quelli che hanno come orizzonte temporale durate lunghe (soprattutto 10 e 20 anni) riescono, quasi sempre, a smussare, a “mediare” i picchi, sia positivi e che negativi del mercato, e a produrre per l'investitore un rendimento positivo, anche se talvolta inferiore alla performance realizzata da chi ha investito in borsa una medesima somma di denaro

Long Life 3/ La ricerca del benessere economico. L’alternativa più tranquilla, i PAC

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Uno dei rischi principali collegati all'investimento azionario è quello della volatilità dei risultati. Secondo le medie storiche studiate dall'economista americano Robert Schiller, le azioni offrono sul lungo periodo performance di 4-6 punti percentuali superiori alle attività a rischio zero, vale a dire ai titoli di stato a breve termine.

Questa impostazione è considerata tuttora valida, sebbene la crisi economica e finanziaria degli ultimi sei anni abbia modificato la percezione del rischio “zero”, che secondo alcuni non esiste più, data la crisi dei debiti sovrani di alcuni grandi paesi, tra cui l'Italia. Tuttavia, sul lungo e sul lunghissimo periodo, quello che interessa gli investitori che hanno come orizzonte di investimento una aspettative di vita personale molto avanzata, considerare che le azioni possono generare guadagni del 4-6% superiori alle attività più sicure di breve termine rimane un elemento di fondamentale certezza.

Tuttavia l'andamento di alcuni mercati azionari, ad esempio quello italiano di Piazza Affari, che a gennaio del 2014 è ancora “sotto” di circa il 60% rispetto ai massimi segnati nel 2007 insegna che il “timing”, la scelta del momento giusto, per realizzare l'investimento, può essere un fattore decisivo.

Chi avesse investito una somma di 100.000 euro a luglio del 2007 sull'indice di Ftse Mib di Piazza Affari avrebbe oggi in mano circa 40.000 euro. Chi invece avesse investito la stessa somma nel dicembre del 2011, avrebbe realizzato in due anni una performance cumulata di circa il 30% (a tanto ammonta il recupero dell'ultimo biennio) e disporrebbe oggi di un capitale di circa 130.000 euro. Questo esempio, basato sui dati reali della borsa italiana, spiega perché i PAC possono essere uno strumento efficace per investire in azioni (ma anche su bond o altre attività finanziarie).

I piani di accumulo del capitale offerti dalle principali sgr italiane e internazionali, consistono nel versamento mensile, bimestrale o trimestrale di una somma prefissata, che può essere anche molto limitata, a partire da 100 euro, per un periodo prefissato della durata variabile fra i 5, i 10 e i 20 anni. I piani di accumulo del capitale che hanno come orizzonte temporale durate così lunghe (soprattutto 10 e 20 anni) riescono, quasi sempre, a smussare, a “mediare” i picchi, sia positivi e che negativi del mercato, e a produrre per l'investitore un rendimento positivo, anche se talvolta inferiore alla performance realizzata da chi ha investito in borsa una medesima somma di denaro avendo avuto la fortuna di scegliere il momento giusto per entrare in borsa.

---- A fine dicembre 2013 i rendimenti medi di un PAC azionario a 20 anni sulle borse europee (meglio puntare su più listini, ancora una volta per fare media) era di circa il 3% annuo quello a 10 anni di circa il 4% e quello a cinque anni, che ha intercettato gran parte della ripresa venuta dopo la crisi del 2007-2008 (ma non è andata così in Piazza Affari, come abbiamo visto) addirittura del 9% annuo.

I Pac permettono dunque di mediare tra le varie fasi di mercato ma non sono un toccasana universale. Secondo alcuni studi statistici la probabilità per un investitore di realizzare una perdita del 20% sul capitale investito dopo 10 anni è pari al 18% per chi investe il capitale in una unica soluzione ed è di circa la metà per chi adotta invece il criterio del Pac, ovvero del versamento rateale.

Ecco perché il Pac, pur non eliminando il rischio della volatilità dei risultati dell'investimento di borsa si presta ad investimenti di lungo periodo adatti a una popolazione anziana e che invecchia.

Le performance dei Pac azionari non sono certamente stabili come le cedole delle obbligazioni, ma sono molto meno variabili di in un investimento azionario tradizionale, e conservano un premio di rendimento interessante rispetto alla media dei risultati dei titoli a reddito fisso.

Tra i possibili svantaggi dei piani di accumulo del capitale vanno ricordati i costi di gestione, che sono quasi sempre nettamente più elevati rispetto ai costi dei fondi tradizionali e che possono raggiungere anche i due-tre punti percentuali annui. Per questa ragione può essere interessante per gli investitori realizzare i Pac attraverso gli ETF, i fondi indice, piuttosto che per mezzo dei fondi comuni a gestione attiva.

I costi di gestione degli ETF sono infatti molto bassi, compresi fra lo 0,3 e lo 0,5%, e anche nel caso del Pac non si discostano molto da questa soglia. Tenere bassi i costi di gestione di un Pac può essere l'elemento che fa la differenza sulla performance cumulativa di lungo periodo. Quella che interessa agli investitori più anziani e che stanno invecchiando.


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