Il punto sulla crisi. La videointervista a Franco Bruni

Siamo dunque alla fine del tunnel? “Direi proprio di no”. L'analisi del professore dell'Università Bocconi di Milano lascia poco adito al dubbio. “La crisi - spiega - è nata perché è stata creata troppa liquidità e sono stati tenuti i tassi d'interesse troppo bassi. Purtroppo ci risiamo: per curarla stiamo tenendo i tassi molto bassi e stiamo creando molta moneta. Ancora una volta, c'è l'incentivo a rischiare troppo, a speculare, a distorcere l'allocazione delle risorse”. E anche sul fronte della soluzione agli squilibri internazionali, sebbene sul piano formale si sia mosso qualcosa - vedi G8, G20 e così via –, “non si vedono ancora risultati sostanziali”. Riguardo la finanza pubblica italiana poi, sul fronte del debito “siamo messi molto male, ma ci siamo abituati”. “Ovviamente, quando i tassi saliranno – continua Bruni – la nostra situazione sarà più grave di quella di altri, ma nel frattempo siamo stati raggiunti da parecchi altri”. E che dire della Grecia, la cui situazione sembra sempre più instabile? “Non credo che le sue criticità possano contagiare l'intera eurozona: è relativamente piccola e i problemi che ha non è facile che si contagino. Non appena ne avrà l'occasione, la Commissione europea le tenderà una mano, così come fece quando adattò l'euro”. Cosa aspettarsi infine sul fronte dei tassi d'interesse? “Prima – conclude Bruni - occorre ritirare liquidità a parità di tassi d'interesse. Poi mi auguro che venga annunciato un progetto di graduale rialzo dei tassi. Anche perché, così facendo non si risolve nulla. Bisogna uscire da questa trappola dei tassi, indipendentemente dall'inflazione. Anzi, almeno un anno prima che l'inflazione torni a crescere”. Guarda l'intervista qui sotto