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Gli italiani e il denaro. Nell'era di internet e della crisi OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

Come questa crisi sta cambiando il modo di percepire il denaro? Come si tenta di mantenere il proprio stile di vita? Quanto ha inciso e incide Internet nel rapporto con i soldi? Cosa ci aspetta ancora? Come cambierà il modo di fare banca? Of-Osservatorio finanziario lo ha chiesto a Luigi Campiglio, sociologo, professore ordinario di politica economica presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. E' la quarta delle interviste su I dieci anni dell'home banking. E riserva alcune sorprese

Gli italiani e il denaro. Nell'era di internet e della crisi

In Italia, in genere, il rapporto con il denaro appare difficile. La maggior parte delle persone tratta il denaro con fastidio. Un paese umanista e cattolico ha un rapporto un po' strano con il denaro. E' ancora frequente l'attegiamento di chi dice: "Faccio il mutuo e poi non voglio più saperne della banca".
Le banche, poi, un tempo avevano un'immagine diversa: si entrava in filiale e ci si trovava in una sorta di "cattedrale laica". Luoghi dove si restava in un silenzio quasi reverenziale. Oggi, esistono le filiali tipo internet café come la Superflash di Intesa Sanpaolo (leggi qui) o il modello di CheBanca! o di ING Direct (leggi qui) dove non si trova più il funzionario distaccato, ma l'amico (presunto) simpatico. E dalla suggestione si è passati a un atteggiamento a volte dissacrante o addirittura aggressivo: sempre più spesso il cliente entra in banca già con l'idea di dover litigare. Perchè è predominante l'idea (non sempre errata) che la banca ti frega. In questo cambiamento ha inciso anche Internet: una banca che non esiste più, che non si vede, un denaro che non si tocca.

Riguardo al rapporto italiani/denaro c’è di questi tempi una domanda in più. Come sta evolvendo a seguito della crisi della finanza? Che, al di là di tutti gli aspetti, anche non limpidi che l’hanno generata e la alimentano, è stata comunque una mazzata per gli investitori. Sono andati dissolti i risparmi o una parte di risparmi. Chi aveva obbligazioni bancarie, fondi d'investimento e altro, ci ha rimesso. Stiamo andando verso una situazione all'americana per cui i risparmi corrono di fretta verso i tranquillizzanti conti di deposito, con denaro bloccato e improduttivo, che non genera più ricchezza? E’ questa una ricchezza che distrugge ricchezza? Cosa può accadere quando i soldi non alimentano lavoro? Il 2011, per esempio, ha visto un record di fallimenti. Un tempo si investiva a lungo termine sulle azioni della SIP, o meglio in BOT e BTP e si stava tranquilli. Oggi si resta liquidi.

Come questa crisi sta cambiando il modo di percepire il denaro? Come si tenta di mantenere il proprio stile di vita? Quanto ha inciso e incide Internet? Cosa ci aspetta ancora? Come cambierà il modo di fare banca e di gestire il denaro degli Italiani? Of-Osservatorio finanziario lo ha chiesto a Luigi Campiglio, professore ordinario di politica economica presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Quella a Campiglio è la quarta della serie di interviste I 10 Anni di home Banking. Sono già online: I dieci anni che cambiarono la banca, con Vito Di Dario, direttore di Of Osservatorio finanziario, La mia banca virtuale. Prima della sfida di Google e Apple, con Alessandro Colafranceschi, responsabile europeo del Global Online Banking di Unicredit, Una lunga storia di banca online, con Paolo Lombardi, responsabile del Servizio Remote Banking di Monte dei Paschi di Siena. La serie delle interviste (la prossima sarà quella a Intesa Sanpaolo), saranno pubblicate nel volume “Una storia di soldi, nell’era di Internet”, edito da Of Osservatorio finanziario. Ecco il testo dell’incontro con il professor Campiglio. ---- Of: Il numero di persone che gestisce il denaro attraverso Internet o il cellulare cresce di giorno in giorno e questa rivoluzione sta coinvolgendo anche chi non è giovane, cioè gli over 65. Il rapporto con il denaro sta quindi cambiando radicalmente, c'è chi dice che sparirà sostituito dal denaro virtuale: come vede questo cambiamento?
Campiglio:
Il rapporto con il denaro rimane anche oggi nell'era di Internet. Ciò che è cambiato è l'oggetto del rapporto.

Of: Cioè?
Campiglio:
L'oggetto del denaro un tempo era l'oro, poi la terra. E il denaro era un simbolo che misurava il rango, la posizione sociale delle persone. Rappresentava cioé il valore economico riconosciuto alle posizioni lavorative e di rango. Tanta terra, tanto denaro e tanto potere. Nel passato, quindi, il denaro aveva un implicito legame con una dimensione tangibile. Oggi questa dimensione tangibile non c'è più.

Of: Sostituita da cosa?
Campiglio:
Dalla fiducia. Oggi lavoriamo ancora con simboli, cioé il denaro e le scritture contabili. Si tratta però non più di simboli oggettivi, ma piuttosto dei valori che si fondano su relazioni sociali e quindi sulla fiducia e sulla credibilità.

Of: Anche l'attuale crisi è quindi una crisi di fiducia?
Campiglio:
Direi poprio di sì. Ricordo che il denaro così come noi lo conosciamo è un'invenzione datata 1700: a cambiare il corso della storia del denaro è stato il finanziere John Law.

Of: Quel John Law ricordato soprattutto come il colpevole di una delle prime grandi bolle speculative, quella della Compagnia delle Indie nella Francia di Luigi XV?
Campiglio:
Esattamente. Secondo Law a partire dalla scoperta dell'America con le successive massicce importazioni in Europa di metallo prezioso, oro e argento, portò a un rapido deprezzamento dato che non c'era una domanda adeguata. In pratica, scriveva Law, i Principi europei, abbassando il valore delle monete hanno reso la moneta incerta...e per risolvere questa crisi, secondo il finanziere, era indispensabile prendere in considerazione altri materiali alternativi al metallo. Ed ecco che al posto dell'oro si pose come valore reale, rappresentato dal simbolo denaro, la terra.

Of: Si sa come andò a finire: le emissioni di titoli della banca creata da Law non più interamente coperta dall'oro depositato ma dalla terra della Compagnia delle Indie con lo scopo di sfruttare ipotetici e mai trovati giacimenti di oro in Lousiana fecero scoppiare una bolla che travolse l'economia francese, la corona dei Borboni e lo stesso Law costretto a fuggire all'estero.
Campiglio:
Questo primo grande episodio di bolla speculativa nella storia nasce quindi da un'intuizione: si chiede alle persone di scambiare denaro con pezzi di carta emessi da un entità di cui si ha fiducia con la prospettiva di guadagni futuri. Quei pezzi di carta erano simboli. Una bolla speculativa nasce in seguito a rapporti di fiducia analoghi a quelli di Law. Una bolla può nascere e prosperare solo se ci sono persone che sono disposte a credere, prestare fiducia e acquistare. E noi viviamo proprio in un mondo in cui la moneta è un segno. Segno di fiducia associato alla credulità delle persone.

Of: Oggi questo sistema fiducia/credulità pare non regga più...
Campiglio:
In effetti, in tempi diciamo normali questo sistema può andare avanti all'infinito senza provocare disastri. Ma in tempi di cambiamenti profondi come quelli che stiamo vivendo mantenere sistemi "a simboli" è davvero difficile. Non a caso dall'inizio di questo nuovo secolo abbiamo registrato non una, ma ben due crisi finanziarie, a iniziare dalla bolla speculativa di Internet seguita da quella americana dei mutui subprime. E adesso ne stiamo vivendo un'altra che coinvolge proprio il nostro paese e l'Europa. ---- Of: Mi scusi, ma com'è che oggi si sta tornando a rilvalutare il rapporto denaro-oro?
Campiglio:
La corsa all'oro è proprio un sintomo di questa crisi del rapporto di fiducia. Oggi con Internet anche il rapporto personale si è dematerializzato. E dare fiducia è quindi ancora più difficile.

Of: Da qui il cambiamento nel rapporto con il denaro...
Campiglio:
...che diventa un simbolo impersonale. John Law faceva delle cambiali, ma le faceva di persone. C'era una fila incredibile di ore e ore all'epoca, anche di signore dell'aristocrazia che si mettevano in coda per vedere in faccia questo "uomo del destino". Oggi con l'home banking non è più così: non mi trovo davanti nessuno, nella maggioranza dei casi si tratta di un interlocutore occasionale, spesso sempre diverso, spesso molto giovane. E' un rapporto a distanza. L'impersonalità del rapporto con il denaro mina le basi del rapporto fiduciario.

Of: E senza un rapporto di fiducia è difficile che si vogliano correre inutili rischi. Si preferisce la sicurezza. Da qui il proliferare di prodotti che puntano sulla certezza e sicurezza anche se con minori guadagni. Più certezze e meno sogni.
Campiglio:
Il denaro oggi può essere visto come una triangolazione di elementi le cui parole chiave sono: fiducia, personalità e tangibilità. Quando queste tre parole chiave cono tutte presenti, il circuito resta operativo e il sistema regge. Se, al contrario, anche una sola parola sparisce il sistema crolla. Ed è questa la situazione che stiamo vivendo.

Of: Mi sembra di capire che il sistema non reggerà mai più nell'era di Internet proprio perché è più difficile instaurare un rapporto di fiducia tangibile e personale. Giusto?
Campiglio:
Proprio così. Non è un caso che banche dirette oggi decidano di aprire filiali e riportare il rapporto sulla fiducia e sul rapporto personale e tangibile. Gli incontri a quattr'occhi non sono affatto destinati a scomparire. Per quanto la tecnologia mi aiuti non sostituirà mai il rapporto faccia a faccia. Non a caso ING Direct sta aprendo le sue prime filiali anche da noi.

Of: Viva le banche piccole e territoriali, quindi, meglio una Bcc che una banca nazionale?
Campiglio:
Le Bcc sono banche personali, luoghi in cui si incontrano le persone. Intesa Sanpaolo e Unicredit, invece non lo sono e stanno tentando di manatenere anche una dimensione territoriale. Al contrario, ING Direct ha avuto una intuizione intelligente aprendo le sue filiali.

Of: Cosa pensa del fatto che in questi tempi di crisi ci siano tante persone che tornano a mettere il denaro in lingotti, oppure in cassette di sicurezza spesso in Svizzera?
Campiglio:
Viviamo tempi strani: da un lato c'è chi ritira i soldi dalle banche e li nasconde in qualche modo, pare che la carta moneta da 500 euro sia sparita. E se la gente lascia i soldi liquidi in cassette di sicurezza c'è una chiara mancanza di fiducia. Dall'altro, sembrano funzionare bene esperimenti di moneta-community come la Brixton Pound che è denaro che vive solo all'interno di una community dove viene accettata e dove c'è molta personalità e fiducia (vedi brixtonpound.org).

Of: Non a caso, una delle prime garanzie del nuovo Governo è stata per i depositi delle banche.
Campiglio:
Sì, lo Stato garantisce che i depositi fino a una certa somma sono sicuri. Qui però la fiducia la si deve dare allo Stato. Una dei primi provvedimenti durante la crisi del 2008 fu, infatti, aumentate il limite del fondo di garanzia da 100mila a 200mila dollari.

Of: Adesso, però, la situazione si è ulteriormente complicata.
Campiglio:
Sì, siamo più evoluti sul piano tecnologico, abbiamo sistemi di pagamento mobile all'avanguardia, piattaforme di trading che sembrano videogiochi in 3D, abbiamo home banking che usano strumenti avanzatissimi di Web 2.0, ma nessuno sa più a quali sportelli recarsi in caso di crisi. Ecco perché in tempi di crisi bisogna avere filiali e filiali che funzionino a dovere. L'impersonalità è negativa per il cliente, ma soprattutto lo è per la banca che non conosce il cliente e quindi non può proporre i servizi e i prodotti in modo adeguato.
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